Attaccato da uno squalo, perde un braccio e una gamba, ora difende la specie dalle barbarie umane

Dopo la drammatica esperienza, l'ex sub della Marina ha imparato a conoscere gli squali e oggi li difende dagli esseri umani: siamo più feroci e pericolosi noi per loro che non il contrario

L’ex sub della Marina australiana Paul de Gelder è stato attaccato da uno squalo perdendo parte del braccio e di una gamba.

L’incidente non lo ha però portato a vedere gli squali come animali pericolosi da evitare. Al contrario, la drammatica esperienza ha avvicinato l’ex sub al mondo degli squali.

In seguito all’incidente, infatti, l’uomo ha iniziato a studiare questi animali comprendendo quanto siano importanti per gli ecosistemi. Gli squali contribuiscono a mantenere l’ambiente marino in equilibrio, controllando l’espansione di altre specie.

Oggi de Gelder è impegnato con diverse associazioni e organizzazioni per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza degli squali, nel tentativo di salvare gli oltre cento milioni di squali che vengono uccisi ogni anno.

Sono diventato un esperto di squali per necessità, perché la notizia di quell’attacco era diventata popolare. Più imparavo su di loro, più capivo quanto fossero minacciate le loro popolazioni, le sfide che che affrontavano e anche i ruoli che svolgono nel nostro oceano. Una delle cose che mi ha sorpreso inizialmente è stato scoprire quanta paura gli umani hanno degli squali, mentre dovrebbero essere loro ad avere paura di noi. Siamo assolutamente terrorizzati dagli squali, eppure, gli squali uccidono pochissime persone in tutto il mondo. Noi uccidiamo oltre cento milioni di squali all’anno. È una cifra assurda. Quello che stiamo facendo all’oceano è assolutamente irragionevole. Non stiamo nemmeno parlando di inquinamento ora; questa è solo pesca. È un attacco multiforme alla vita del nostro pianeta, ed è per questo che faccio quello che faccio – ha spiegato de Gelder.

De Gelder è stato attaccato da uno squalo nel 2009 durante un’esercitazione militare:

Ho sentito un enorme colpo alla gamba e non sapevo davvero cosa fosse, perché non faceva male. Mi sono girato per vedere cosa stava succedendo, ed è allora che mi sono ritrovato faccia a faccia con un’enorme testa di squalo grigio. Non avevo mai visto niente del genere prima. Il mio cervello non poteva effettivamente elaborare ciò che stavo vedendo. Siamo stati a fissarci negli occhi per minuti, ma probabilmente è stato un battito di ciglia. Lo squalo deve essersi reso conto che ero commestibile. Ha iniziato a scuotermi – ha raccontato durante un’intervista.

Nell’arco di pochi attimi lo squalo ha sferzato il suo attacco, con un morso che ha coinvolto contemporaneamente l’arto inferiore e la mano. L’uomo ha vissuto momenti angoscianti e dopo l’amputazione di parte dei due arti ha dovuto affrontare mesi di dolore e una lunga riabilitazione, prima di poter tornare a camminare e a usare il braccio grazie a delle protesi.

Nonostante la terribile esperienza, de Gelder oggi non ha paura degli squali e lavora perché la percezione su questi animali cambi.

Il problema è che la maggior parte delle persone non vedrà mai uno squalo nella propria vita, quindi le loro percezioni provengono da notizie, paure infantili e opere di narrativa – spiega de Gelder.

Secondo l’attivista, gli squali non sono “mostri feroci mangiatori di uomini” ma animali che si comportano come tali nel loro ambiente, cercando di vivere le loro vite mentre noi li decimiamo per ottenere cibo, medicine e altro.

Se tu facessi alla fauna terrestre quello che noi facciamo agli squali, saresti in prigione per questo, non c’è dubbio. Ma poiché è invisibile, là fuori nel profondo mare blu, passa inosservato. Trascorri del tempo con loro e apprezzerai che è barbarie e non è affatto sostenibile – aggiunge.

De Gelder oggi ama e difende gli squali che reputa straordinari: sono una delle specie più antiche del pianeta,sopravvissuti a cinque estinzioni di massa, dotati di qualità incredibili e fondamentali per la salute dei mari.

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Fonti di riferimento: Paul de Gelder-Instagram/The Guardian/Men’s Health

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