Il buco nell’ozono è tornato ed è più grande che mai (ma gli scienziati non hanno ancora capito perché)

Secondo gli scienziati, il buco dell’ozono nel 2023 ha superato le sue dimensioni di tre anni prima nonostante gli impegni presi a seguito del Protocollo di Montreal. Non è chiaro quali sostanze chimiche lo stiano danneggiando

C’è molto meno ozono al centro del buco dell’ozono rispetto a quasi due decenni fa, secondo un nuovo studio che suggerisce che alcune sostanze chimiche ancora sconosciute potrebbero danneggiare lo strato protettivo della Terra. Lo strato di ozono ricopre il pianeta e protegge la Terra dalle radiazioni ultraviolette nocive del Sole, note per causare il cancro alla pelle.

Quando nel 1985 è stato scoperto per la prima volta un buco in questo strato protettivo, è stato subito attribuito alla presenza nell’atmosfera di sostanze chimiche prodotte dall’uomo, chiamate clorofluorocarburi (CFC), ampiamente utilizzate come refrigeranti, propellenti, applicazioni aerosol e solventi.

Il Protocollo di Montreal del 1987 ha imposto in tutto il mondo pesanti regolamentazioni sulla produzione e sul consumo di CFC, in seguito alle quali i gruppi di ricerca hanno iniziato a notare un lento recupero dello strato di ozono. Tuttavia un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, ha scoperto che il buco dell’ozono sopra l’Antartico è cresciuto di dimensioni negli ultimi anni.

Non è chiaro quali sostanze chimiche stiano danneggiando lo strato di ozono

La maggior parte delle principali comunicazioni sullo strato di ozono degli ultimi anni ha dato al pubblico l’impressione che il “problema dell’ozono” fosse stato risolto, come ha sostenuto Hannah Kessenich, dell’Università di Otago in Nuova Zelanda.

In realtà, sebbene il Protocollo di Montreal abbia migliorato notevolmente la situazione dei CFC che distruggono l’ozono, il buco è stato tra i più grandi mai registrati negli ultimi tre anni e in due dei cinque anni precedenti.

Alla fine del mese scorso è stato riscontrato un buco di oltre 26 milioni di km2, quasi il doppio dell’area dell’Antartide. Questo significa che il buco non solo è più grande in termini di superficie, ma anche più profondo per la maggior parte della primavera.

Gli scienziati non sono del tutto sicuri di quali sostanze chimiche diverse dai CFC stiano danneggiando lo strato di ozono. Uno studio precedente, pubblicato all’inizio di quest’anno, indica che anche alcune sostanze chimiche refrigeranti diverse dai CFC potrebbero danneggiare lo strato di ozono.

Buco ozono 2

@Nature Communications

Quali conseguenze può avere questo cambiamento

La nuova ricerca ha scoperto che il recente calo dell’ozono è legato ai cambiamenti nei modelli di circolazione dell’aria sopra l’Antartide. Questo rivela che i recenti e ampi buchi nell’ozono potrebbero non essere causati solo dai CFC.

Ma quali conseguenze potrebbe avere tutto ciò? I ricercatori hanno avvertito che capire le cause di questo cambiamento è importante, poiché lo strato di ozono sopra l’Antartide svolge un ruolo importante nel clima dell’emisfero meridionale.

Dato che l’ozono assorbe le radiazioni ultraviolette, un buco nello strato di ozono non solo provoca livelli estremi di raggi UV che raggiungono la Terra, ma può anche influenzare drasticamente la distribuzione del calore nell’emisfero meridionale. Questo potrebbe a sua volta avere ripercussioni sulla popolazione locale, alterando i modelli di vento e il clima di superficie.

Buco ozono

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Fonte: Nature Communications

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