Il nostro Pianeta è letteralmente in fiamme: divampano gli incendi non soltanto in Europa e nelle aree più aride del mondo, i roghi stanno già devastando le foreste boreali, con largo anticipo rispetto agli anni precedenti
La Terra è sempre più rovente. E con le ondate di calore e la conseguente siccità, divampano gli incendi. Il fenomeno non interessa soltanto Paesi europei come l’Italia e la Spagna e le aree del mondo più a rischio. Quest’anno tra la primavera e l’inizio dell’estate si è registrato un boom di roghi persino nel Circolo Polare Artico. A confermare questo dato preoccupante sono gli scienziati del programma europeo Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS), impegnati nel monitoraggio degli incendi di tutto il Pianeta.
Come ogni anno, in questo periodo si sono concentrati in particolare su ciò che accade nelle foreste boreali, visto che qui gli incendi sono ormai sempre più frequenti.
Nelle prime settimane dello scorso mese, un numero crescente di roghi sono divampati nel Circolo Artico e le colonne di fumo hanno attraversato anche il mare di Beaufort l’Oceano Artico. In particolare i satelliti hanno registrato un boom di incendi in Alaska già nel corso del mese di giugno.
🔥In early June, a growing number of #wildfires developed in #Alaska, including within the #Arctic Circle.
Smoke from these fires has travelled vast distances towards the Arctic Ocean.
More on 2022 fire activity in the Northern Hemisphere at ➡️ https://t.co/zhW9gjbMLm pic.twitter.com/ymyJG1jgWJ— Copernicus ECMWF (@CopernicusECMWF) July 5, 2022
La situazione ha destato non poca preoccupazione fra gli esperti, visto che la cifra dei roghi scoppiati alle alte latitudini settentrionali è nettamente superiore alla media del periodo che va dal 2003-2021. Oltre a distruggere vaste aree boschive, gli incendi hanno sprigionato emissioni di carbonio che hanno contribuito a dare l’ennesimo colpo di grazia all’ambiente.
Quest’anno la stagione degli incendi è iniziata con largo anticipo anche in Siberia, che è tornata a bruciare già tra aprile e maggio, dopo i devastanti roghi che hanno devastato le foreste la scorsa estate. Era le fiamme hanno perso la vita anche 5 persone.
Nelle ultime estati abbiamo osservato un’attività intensa e persistente di incendi nell’emisfero settentrionale e stiamo già monitorando da vicino gli incendi divampati nel corso della primavera e dell’inizio dell’estate. – spiega Mark Parrington, Senior Scientist ed esperto di incendi boschivi del CAMS – Al momento quest’estate abbiamo registrato tendenze pressoché nella norma, se escludiamo il New Mexico e l’Alaska.
Sebbene l’attività degli incendi nell’emisfero settentrionale non sia stata particolarmente insolita, sappiamo che l’aumento dell’infiammabilità della vegetazione ha aumentato il rischio di grandi incendi, ma che sarà difficile prevederne l’effettivo verificarsi o la portata. Per questo motivo e al fine di fornire informazioni tempestive, CAMS continua a monitorare l’attività degli incendi in queste regioni e in tutto il mondo in tutte le loro fasi, così come la loro intensità e il conseguente fumo emesso.
Anche negli Stati Uniti numerosi incendi boschivi di grandi dimensioni hanno colpito la regione sud-occidentale: in particolare un enorme rogo si è protratto in New Mexico da metà aprile fino a inizio giugno 2022.
Incendi spaventosi anche in Europa
Non va molto meglio in Europa. I satelliti del servizio europeo Copernicus hanno monitorato, infatti, lo sviluppo di un esteso incendio boschivo in Andalusia, nei pressi della Costa del Sol (Spagna), iniziato l’8 giugno 2022 e che ha causato l’evacuazione di 2.000 persone dalla vicina cittadina di Benahavis.
I dati GFAS (Global Fire Assimilation System) per l’Andalusia mostrano un FRP (Potenza Radiativa di Fuoco) giornaliero totale estremo rispetto alla media 2003-2021. CAMS ha inoltre registrato un alto numero di incendi in tutta la Spagna, compresa l’intensa attività di incendi osservata da metà giugno nella regione Castilla y León, dove temperature inusualmente elevate e forti venti hanno contribuito all’intensità di questi incendi devastanti. – spiegano gli scienziati di Copernicus – Il nostro monitoraggio non prende in considerazione solamente l’intensità, ma analizza anche l’impatto su larga scala degli incendi e delle emissioni di fumo, compreso l’impatto sulla qualità dell’aria, che può causare problemi respiratori di vario tipo e altri danni sulla salute umana.
Di recente uno studio internazionale guidato dal team dell’Università di Barcellona ha identificato un cambiamento senza precedenti nel cosiddetto “regime di fuoco” europeo: in poche parole nei prossimi anni ci attendono incendi sempre più devastanti, che porteranno inevitabilmente ad un aumento delle emissioni di maggiori emissioni di CO2.
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Fonte: Copernicus EU
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