Emissioni CO2, un nuovo modello rivela il livello di deforestazione dell’Amazzonia

In Brasile è stato recentemente presentato un nuovo modello per il calcolo delle emissioni di co2

In Brasile è stato recentemente presentato un nuovo modello per il calcolo delle emissioni di co2. Esso è stato utilizzato da parte del National Institute for Space Research (INPE). Esso si è rivelato utile per valutare il rapporto tra deforestazione ed emissioni di anidride carbonica. I nuovi calcoli, resi pubblici lo scorso 13 agosto, suggeriscono che il calo delle emissioni dal 2004 al 2009 debba essere considerato del solo 57%, rispetto alla percentuale del 74% ottenuta utilizzando differenti strumenti di misurazione.

I nuovi calcoli sono parte dei tentativi da parte degli esperti di esprimere in cifre il rapporto tra deforestazione della foresta amazzonica ed emissioni di anidride carbonica. Il tasso di deforestazione relativo ad essa sarebbe crollato del 77% nel corso degli ultimi nove anni, ma a ciò non sarebbe corrisposta un’altrettanta diminuzione delle emissioni annuali. In Brasile sono state poste a confronto immagini satellitari e mappe delle biomasse per valutare i cambiamenti nel corso del tempo.

Il fatto che le emissioni di co2 siano rimaste costanti, nonostante il calo del fenomeno della deforestazione, sarebbe dovuto alla pratica di utilizzare il legname proveniente dalla foresta amazzonica come materiale per ricavare carbone di legna, il cui impiego sarebbe da considerare responsabile di nuove emissioni inquinanti dirette verso l’atmosfera.

Attraverso un sofisticato sistema satellitare è stato possibile individuare come la superficie annuale interessata dalla deforestazione in Amazzonia sia calata dai 27772 km2 del 2004 (un’area pari all’estensione di tutta la Sicilia) ai 6418 km2 del 2009. I nuovi dati ottenuti suggeriscono però che ciò non sia sufficiente a ridurre le emissioni inquinanti, soprattutto se il legname ottenuto dagli alberi abbattuti si trasforma in materiale da utilizzare come combustibile.

Non è sufficiente dunque, come avvenuto in precedenza, che gli esperti basino i propri calcoli unicamente sulla diminuzione del tasso di deforestazione per ricavare le percentuali annuali di riduzione delle emissioni di co2. Il nuovo modello apre la strada verso un confronto tra immagini satellitari e dati raccolti con accurati strumenti di precisione, che non dimentica però di tenere conto di come l’impiego del legname ottenuto dagli alberi abbattuti possa giocare un ruolo fondamentale nella stima delle emissioni prodotte in una delle aree più delicate e minacciate del Pianeta.

Marta Albè

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