Sembra un enorme materasso ad acqua, ma è quello che sta accadendo in Siberia, dove lo scioglimento del permafrost, sta provocando la formazione di bolle di metano e anidride carbonica sotto lo strato di erba.
Sembra un enorme materasso ad acqua, invece è il terreno della Siberia. Qui lo scioglimento del permafrost sta provocando la formazione di bolle di metano e anidride carbonica sotto lo strato di erba.
Immagini disarmanti documentate in un video dai ricercatori ambientali Alexander Sokolov e Dorothee Ehrich dell’Environmental Research Centre di Labytnangi, che hanno scoperto quindici bolle di gas che punteggiano il permafrost, il terreno siberiano che, in teoria, dovrebbe essere perennemente ghiacciato.
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Il metano, come sappiamo, è un gas super inquinante che se liberato nell’atmosfera diventa molto pericoloso. Il fenomeno, davvero singolare, potrebbe quindi rappresentare un serio allarme, legato anche al caldo anomalo e ai cambiamenti climatici che stanno interessando l’estremo nord Europa, e nello specifico l’isola Belyy, nel mar Glaciale artico, dove le bolle si stanno verificando.
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Nel video pubblicato dal Siberian Times, uno dei ricercatori fa ondeggiare il suolo con un piede, mostrando la precarietà del terreno. Gli studiosi avevano già notato accidentalmente una di queste bolle, lo scorso anno. Tornati sull’isola per lavorare a un progetto sui cambiamenti climatici, hanno deciso di approfondire la questione.
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Dopo aver estirpato l’erba e tolto i detriti, hanno analizzato l’aria che fuoriusciva dalle bolle notando che esse contengono una quantità di metano 200 volte più elevata del normale e anche notevoli dosi di anidride carbonica (20 volte in più).
Sono proprio questi gas a creare l’effetto di un materasso ad acqua, con un terreno che si muove e rimbalza come se fosse elastico.
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I ricercatori sono adesso a lavoro per scoprire le cause di questa anomalia, ma l’ipotesi più probabile è che le bolle siano dovute all’aumento delle temperature strettamente collegate al surriscaldamento globale.
“E ‘probabile che questi 10 giorni di caldo straordinario abbiano innescato alcuni meccanismi, e il livello più superiore del permafrost si sia scongelato, rilasciando una grande quantità di gas metano”, ha detto Sokolov.
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Secondo il rapporto del World Meteorological Organization (WMO), il 2016 è finora l’anno più caldo mai registrato, ciò avrebbe quindi causato la fusione della parte superficiale del permafrost che a sua volta avrebbe provocato il rilascio di un mix di gas sotto il terreno.
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Tutte ipotesi avanzate dagli studiosi che saranno adesso oggetto di studio per arrivare a conclusioni più indicative. Ciò che è certo è che se queste bolle dovessero scoppiare, rilascerebbero nell’atmosfera metano e anidride carbonica che andrebbero a peggiorare la qualità dell’aria e influire negativamente sulla precaria situazione del buco dell’ozono.
Dominella Trunfio
Foto: Siberian Times/YouTube