Bill Gates teme che i fondi di Copenhagen 2009 taglino quelli destinati agli aiuti sanitari

Anche l'uomo più ricco del mondo riflette sui cambiamenti climatici, la green economy e gli aiuti ai paesi poveri previsti dalla Conferenza di Copenhagen 2009.

Anche l’uomo più ricco del mondo riflette sui cambiamenti climatici, la green economy e gli aiuti ai paesi poveri previsti dalla Conferenza di Copenhagen 2009. Bill Gates, il fondatore di Microsoft che il Forbes ha messo nel gradino più alto degli uomini più facoltosi del Pianeta per l’anno appena trascorso, con all’attivo un patrimonio di circa 28 miliardi di euro, invia nuovamente una lettera al mondo per festeggiare il primo anno dedicato interamente alla sua fondazione benefica Bill & Melinda Gates gestita insieme alla moglie e al padre William.

Inaugurata nel 1994, la fondazione è impegnata in prima linea a salvaguardare la salute e a combattere le malattie, come la malaria, l’AIDS e la tubercolosi, nei paesi in via di sviluppo monopolizzando le energie (e i fondi) di Bill che, pur rimanendo Presidente del colosso informatico, ha canalizzato risorse e tempo nel suo progetto il cui patrimonio a settembre era stimato in circa 34 milioni di euro con all’attivo più di 21 miliardi di dollari impiegati per finanziare diverse attività e 15 miliardi di prestiti concessi.

Nella lettera annale 2010 diffusa nel tardo pomeriggio di domenica, Bill Gates oltre ad elencare gli impegni e gli obiettivi della fondazione, ha espresso anche le sue personali considerazioni sui grandi problemi che affliggono il mondo. A partire dalle sue perplessità circa l’accordo raggiunto a Copenhagen, in particolar modo sugli aiuti stabiliti ai Paesi più poveri e la poca considerazione nel dibattito sul clima della componente della ricerca e dello sviluppo ritenuta dal filantropo “essenziale per arrivare all’obiettivo delle emissioni zero“.

Ma quello che Bill teme maggiormente è il rischio di riduzione dei fondi destinati alla lotta delle malattie nei Paesi poveri derivante sia dalla grave recessione mondiali, che dall’impegno del denaro su altri fronti, a partire da quello della lotta al global warming previsto a dicembre durante il vertice di Copenhagen 2009 in cui i Paesi industrializzati, si sono impegnati a sostenere con 10 miliardi di dollari all’anno per i prossimi 3 anni e 100 miliardi di dollari dal 2020, le nazioni in via sviluppo affinché queste riescano a sviluppare tecnologie in grado di ridurre le emissioni.

Sono preoccupato dalla possibilità che questi soldi siano sottratti ad altre forme di sostegno, in particolare alla salute. Se solo l’uno per cento dei 100 miliardi attuali sarà tolto al fondo per le vaccinazioni, più di 700 mila bambini potrebbero morire“. Anche perché secondo Bill Gates il non investire sulla salute si ritorcerebbe anche sull’ambiente, essendo previsti in questi programmi anche quello della pianificazione familiare che, riducendo le nascite, apporta un beneficio anche sulla pressione ambientale.

Il fondatore di Microsoft punta il dito anche sull’Italia, “uno dei paesi europei che donava di meno anche prima dei tagli del 50% voluti dal governo Berlusconi. Tagli che hanno reso il bel paese la nazione più tirchia tra i donatori europei“.

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