Nel suo primo giorno da presidente Usa, Biden torna nell’accordo di Parigi e cancella l’oleodotto Keystone XL

Durante il primo giorno da presidente Joe Biden ha firmato una serie di ordini tra cui il ritorno all'interno dell'accordo di Parigi

Lo ha fatto davvero! Durante il primo giorno da presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha firmato una serie di ordini climatici, uno tra tutti: il ritorno degli Usa all’interno dell‘accordo di Parigi. Ma non solo. Ha anche fermato l’oleodotto Keystone XL e ha ordinato alle agenzie federali di avviare il processo di ripristino delle normative ambientali cancellate dall’amministrazione Trump.

Se il buongiorno si vede dal mattino, allora potrebbe essere un ottimo giorno per l’ambiente. Ieri Joe Biden si è ufficialmente insediato alla Casa Bianca diventando il nuovo presidente degli Stati Uniti e ha già fatto capire che la sua iniziativa per l’ambiente va in una direzione totalmente opposta rispetto a quella tracciata dal Donald Trump.

L’ambiente prima di tutto, sembra essere il motto di Biden. Ed è così che già da ieri sulle agenzie federali è arrivata un’imponente mole di lavoro: occorre rivedere e ripristinare più di 100 regolamenti ambientali che sono stati indeboliti o annullati dall’ex presidente Trump. Tra questi il ripristino delle normative che limitano le emissioni di gas serra dai tubi di scappamento delle automobili e la sostituzione degli standard di efficienza energetica per elettrodomestici ed edifici.

Scelte non solo a favore dell’ambiente. Soprattutto il riconoscimento dell’importanza dell’accordo di Parigi da parte di Biden è il primo passo per sanare una delle fratture più profonde tra gli Stati Uniti e il resto del mondo. Il nuovo presidente ha elevato la lotta alla crisi climatica tra le sue massime priorità. Oltre a frenare il riscaldamento globale, ha promesso che porrà fine alla pandemia di coronavirus, farà ripartire l’economia e affronterà l’ingiustizia razziale, temi caldi anzi caldissimi soprattutto nel 2020.

In base all’accordo di Parigi, 194 nazioni hanno promesso di ridurre le emissioni di riscaldamento del pianeta per evitare le conseguenze più disastrose del cambiamento climatico. Così ieri Biden ha inviato una lettera alle Nazioni Unite in cui avvia formalmente il processo per riportare entro 30 giorni gli Stati Uniti nell’accordo.

“Accolgo con grande favore i passi del presidente Biden per rientrare nell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e unirmi alla crescente coalizione di governi, città, stati, imprese e persone che intraprendono azioni ambiziose per affrontare la crisi climatica”, ha commentato il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres.

Sempre ieri, Biden ha revocato il permesso di costruzione per l’oleodotto Keystone XL , che avrebbe trasportato petrolio dalle sabbie petrolifere canadesi alla costa del Golfo del Messico.

“Combatteremo il cambiamento climatico in un modo che non abbiamo mai fatto prima”, ha detto Biden nello Studio Ovale ieri sera, poco prima di firmare gli ordini esecutivi. “Sono solo azioni esecutive. Sono importanti ma avremo bisogno di una legislazione per molte delle cose che faremo “.

E molti capi di stato e di governo hanno già applaudito le scelte di Biden, a partire dal presidente francese Macron che ieri ha twittato:

“Bentornati all’accordo di Parigi!”

Dalle intenzioni alle azioni. Biden lo ha già annunciato. Si dovrà lavorare alacremente per trasformare le decisioni in una serie di politiche climatiche interne aggressive per ridurre drasticamente le emissioni del paese. Un lavoro arduo perché il processo legale per annullare la maggior parte delle norme introdotte da Trump e sostituirle con nuove normative potrebbe richiedere molti anni.

Bisogna correre per raggiungere un altro obiettivo ambizioso oltreoceano: eliminare le emissioni di anidride carbonica dal settore dell’energia elettrica entro il 2035 e dall’intera economia entro il 2050. Ma per raggiungere questi target occorre una nuova legislazione.

Obama aveva promesso che gli Stati Uniti avrebbero ridotto le proprie emissioni del 28% rispetto ai livelli del 2005 entro il 2025. Ma oggi gli Usa sono solo a metà strada.

Una strada che oggi più che mai sembra quella giusta.

Fonti di riferimento: JoeBiden, The New York Times, Nazioni Unite

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