Bergamo e Brescia prime in Europa per numero di morti da polveri sottili

Brescia e Bergamo hanno il tasso di mortalità da particolato fine (PM2.5) più alto in Europa. A fare luce sui decessi provocati dallo smog una nuovo studio pubblicato su The Lancet Planetary Health

Lo smog è un killer lento e silenzioso che ogni anno miete numerose vittime in tutto il mondo. Per quanto riguarda il continente europeo, in Italia si registra un triste primato per le morti legate al particolato fine PM2,5. Da quanto è emerso da un recente studio, Brescia e Bergamo hanno il tasso di mortalità da polveri sottili più elevato di Europa. E purtroppo nella top ten ci sono anche altre due città italiane: Vicenza al quarto posto e Saronno all’ottavo.

L’analisi, pubblicata su The Lancet Planetary Health, è stata condotta dai ricercatori dell’Università di Utrecht, del Global Health Institute di Barcellona e del Tropical and Public Health Institute svizzero. A finanziare la ricerca il ministero per l’innovazione spagnolo e il Global Health Institute. (ANSA).

I risultati dello studio sui decessi causati dall’inquinamento atmosferico

La più alta percentuale di mortalità naturale attribuibile al particolato fine è stata del 15%, nella città di Brescia. Per quanto riguarda il biossido di azoto (NO2), la percentuale più elevata – fino al 7% di mortalità naturale – è stata riscontrata nell’area metropolitana di Madrid ” spiega la ricercatrice dell’ISGlobal Sasha Khomenko, una dei principali autori dell’indagine.

Ecco la top ten delle città europee con più decessi associati al particolato PM2,5:

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@ISGlobal

Di seguito le 10 città europee con più morti da biossido di azoto (NO2):

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@ISGlobal

Una strage che potrebbe essere evitata

In Europa, come in altre parti del mondo, l’inquinamento atmosferico continua a mettere a rischio la salute di troppe persone. E se solo gli Stati adottassero delle efficaci misure di contrasto allo smog e rispettassero almeno quelle già esistenti, sarebbe possibile prevenire migliaia di morti, come fanno notare gli autori dello studio:

“Il rispetto delle linee guida dell’OMS sull’inquinamento atmosferico potrebbe prevenire 51.213 decessi all’anno per esposizione a PM2,5 e 900 decessi all’anno per esposizione al NO2. E la riduzione dello smog ai livelli più bassi servirebbe ad evitare 124.729 morti all’anno per l’esposizione al PM2,5 e 79.435 decessi legati al NO2.”

Sempre più ricerche confermano il pericolo rappresentato dalle polveri sottili, che svolgono un ruolo determinante anche nella diffusione dei contagi di Covid-19.

“Questo è il primo studio a stimare il numero di decessi attribuibile all’inquinamento atmosferico a livello di città in Europa”, commenta Mark Nieuwenhuijse, uno degli autori della ricerca. “I nostri risultati confermano che non esiste una soglia di esposizione sicura al di sotto della quale l’inquinamento atmosferico è innocuo per la salute. Suggeriscono inoltre che la legislazione europea attualmente in vigore non fa abbastanza per proteggere la salute delle persone. Pertanto, il livelli massimi di NO2 e PM2,5 consentiti dalla legge dovrebbero essere rivisti. Ci auguriamo che le autorità locali possano utilizzare questi dati per attuare politiche di pianificazione urbana e dei trasporti volte a migliorare la salute degli individui “.

Non possiamo più perdere altro tempo. È il momento di intraprendere azioni concrete per ridurre l’inquinamento atmosferico e arrestare, o almeno provare a rallentare, la strage silenziosa causata dallo smog.

Fonte: The Lancet Planetary Health

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