Grande Barriera Corallina sempre più in pericolo. Le terribili inondazioni che stanno colpendo la costa del nord-orientale del Queensland, oltre a causare gravissimi disagi alla popolazione, stanno minando anche questa meraviglia della natura: la barriera corallina è invasa da una marea di fango e le immagini satellitari mostrano uno scenario preoccupante.
Grande Barriera Corallina sempre più in pericolo. Le terribili inondazioni che stanno colpendo la costa del nord-orientale del Queensland, oltre a causare gravissimi disagi alla popolazione, stanno minando anche questa meraviglia della natura: la barriera corallina è invasa da una marea di fango e le immagini satellitari mostrano uno scenario preoccupante.
Piogge torrenziali, oltre 1100 persone evacuate. Ne avevamo parlato qualche giorno fa, raccontando uno scenario apocalittico, quello in cui coccodrilli e serpenti erano riversati per le vie della città australiana di Townsville.
Un’alluvione che secondo gli esperti si verifica una volta ogni 100 anni ma che sta flagellando il paese, di recente alle prese anche con un’ondata di caldo record. Le autorità cittadine hanno dovuto aprire una diga che aveva raddoppiato la sua capacità dopo una settimana di piogge da record, ma arrivano anche altre cattive notizie, quelle che riguardano la barriera corallina minacciata da una marea di fango, acqua inquinata che blocca la luce del sole e potrebbe causare gravi danni al sito Patrimonio Mondiale UNESCO.
Gli scienziati attraverso immagini satellitari sono venuti a conoscenza di acque fangose che hanno raggiunto la costa da Whitsundays a Cape Tribulation. Il problema è che sicuramente nell’acqua sono presenti azoto e pesticidi chimici che vanno a minare il corallo già interessato dal fenomeno di sbiancamento.
Il problema è che il fenomeno copre un’area straordinariamente ampia.
“Le due cose per le quali ci preoccupiamo maggiormente sono i sedimenti derivanti dall’erosione che vengono trasportati con l’acqua piovana fino alla barriera corallina e sostanze nutritive come azoto e fosforo”, ha detto Frederieke Kroon a capo dell’Austral Institute of Marine Science (AIMS).
L’unica buona notizia che l’inaspettato flusso di acque piovane più fredde va a mitigare il rischio di ondate di calore sott’acqua che sono la prima causa dello sbiancamento del corallo.
Wow. This is @NASA_Landsat imagery from the aftermath of the Queensland floods. pic.twitter.com/jZby9GjocB
— Mark Doman (@MarkDoman) 12 febbraio 2019
Però dicono gli scienziati:
“La barriera corallina non ha nemmeno il tempo di riprendersi perché ogni anno viene colpita da qualcosa altro”.
Un evento simile si era verificato nel 2013 con il Cyclone Oswald, ma da sempre l’Australia è impegnata in un piano di conservazione della barriera corallina minacciata dai cambiamenti climatici.
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Dominella Trunfio