L’estrazione mineraria a El Bolsón potrà riprendere: una decisione fortemente osteggiata dalle comunità native che promettono di opporsi strenuamente
Il Tribunale Superiore di Giustizia di Río Negro ha autorizzato l’estrazione mineraria a El Bolsón, in Argentina su terreni comunitari. Una misura fortemente contrastata dalle comunità native che hanno parlato di una decisione presa seguendo unicamente interessi economici.
La risoluzione della giustizia provinciale permetterà infatti alla società Ivael Mining S.A. di effettuare scavi, prospezioni e sfruttamento sulle terre comunitarie. In precedenza il Tribunale Multifueros aveva vietato qualsiasi attività mineraria in queste aree fino a quando il governo provinciale non avesse completato il processo di consultazione con la popolazione di Ancalao.
La decisione della Corte Superiore di Giustizia (STJ) di Río Negro
È stata la risoluzione della Corte Superiore di Giustizia (STJ) di Río Negro a revocare la sentenza che aveva fermato i lavori di esplorazione mineraria condotti dalla società Ivael Mining S.A. nella zona andina di El Bolsón.
Il STJ, composto dai giudici Ricardo Apcarian, Cecilia Criado, Sergio Barotto e Liliana Piccinini, ha sostenuto che la sentenza di primo grado è stata emessa senza un’indagine per determinare se le terre occupate dai popoli nativi coincidessero con le aree coperte dai permessi.
Inoltre ha aggiunto che la sentenza è contraddittoria in quanto ammette la validità degli studi ambientali e degli altri atti amministrativi compiuti dal Ministero dell’Ambiente provinciale, ma ne ordina la sospensione.
I locali non permetteranno alle macchine di entrare nel territorio
Prima di emettere la sentenza, secondo il STJ, il giudice sostituto Marcelo Muscillo avrebbe dovuto verificare che le terre coinvolte mostrassero un possesso comunitario ancestrale e che fossero quelle in cui l’autorità esecutiva stava elaborando le autorizzazioni e/o i permessi minerari in questione.
Tale errore, dunque, ha reso la decisione incoerente e arbitraria, poiché non è possibile identificare quali siano i divieti, quali permessi possano o meno essere concessi e a chi debba essere effettuata la consultazione.
Tuttavia, come detto, questa decisione è fortemente criticata dai residenti locali e, soprattutto, dai rappresentanti delle comunità indigene. Orlando Carriqueo, portavoce del Comitato di coordinamento del Parlamento Mapuche di Río Negro, ha sostenuto come queste cose non dovrebbero accadere.
Si perde infatti così la qualità istituzionale di un organo da cui dipendono tutti i settori più trascurati e sottomessi della società, come il sistema giudiziario. Allo stesso tempo ha affermato che le comunità non permetteranno alle macchine appartenenti alle compagnie minerarie di entrare nel territorio.
Seguici su Telegram | Instagram | Facebook | TikTok | Youtube
Fonte: Río Negro
Ti potrebbe interessare anche: