Contro lo smog, l’Australia pianta oltre 1 miliardo di alberi. La Pianura Padana dovrebbe imitare!

L'Australia si è impegnata a piantare oltre 1 miliardo di alberi entro il 2050 per proteggere il clima, e anche noi in Italia dovremmo imitarla.

Qualche paese ci ha già pensato e dalla teoria è passato alla pratica: così è successo in Australia, dove il primo ministro Scott Morrison ha finanziato un progetto che consentirà di piantare più di un miliardo di alberi. L’obiettivo? Proteggere il clima e combattere il riscaldamento globale, emergenze quanto mai attuali.

Il progetto, che consentirebbe al paese di onorare l’accordo sul clima di Parigi del 2015, il cui obiettivo è evitare cambiamenti climatici pericolosi per il Pianeta, prevede che gli alberi vengano piantati entro il 2050 in varie zone dell’Australia.

In questo modo, entro il 2030, si prevede vengano assorbiti 18 milioni di tonnellate di gas serra all’anno, riportando l’Australia entro i limiti consentiti, dato che ne produce in quantità eccessiva. Con questo progetto il Ministro australiano si augura inoltre di offrire alla popolazione nuovi posti di lavoro.

Ma perché proprio attraverso gli alberi? Perché essi riducono il gas serra stabilizzando i livelli di anidride carbonica, che viene stoccata nella biomassa dell’albero e, d’altra parte, producono ossigeno, fondamentale per la vita umana.

Si possono quindi considerare dei veri depuratori naturali dell’aria, che riducono le polveri sottili, mitigano l’effetto serra e le emissioni di origine antropica coinvolte nei cambiamenti climatici. E che al tempo stesso aumentano la biodiversità.

Se l’Australia si sta impegnando a onorare il progetto, in Italia dovremmo imitarla, in particolare nella zona della Pianura Padana, la più inquinata d’Europa.

Nonostante sia stato firmato il protocollo aria pulita, che incentiva ad agire prima che sia troppo tardi, c’è ancora molto da fare e certamente piantare nuovi alberi, vista la loro efficacia in termini climatici, potrebbe essere una soluzione interessante, fra l’altro già adottata anche in Olanda.

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Laura De Rosa

 

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