L'aumento di incendi sempre più estremi e spaventosi è da attribuire alla crisi climatica provocata dall'uomo. In California si è assistito ad un incremento del 25% di questi fenomeni rispetto all'era pre-industriale ed entro la fine del secolo il quadro è destinato ad aggravarsi: lo studio che dovrebbe farci riflettere e spingerci ad agire
Negli ultimi anni la California è stata messa in ginocchio più volte da disastrosi incendi. Il più terrificante e letale della storia del Paese americano è stato il Camp Fire, il rogo scoppiato nel 2018 che ha raso al suolo la città di Paradise, uccidendo 85 persone. Questi episodi molto violenti e distruttivi sono ormai sempre più frequenti nello Stato (e non solo).
Se la loro frequenza è cresciuta notevolmente, la causa è da attribuire innanzitutto ai cambiamenti climatici provocati dalle attività umane. A dimostrarlo è uno studio scientifico, apparso ieri sulla prestigiosa rivista Nature, in cui viene spiegato che il rischio di incendi a rapida diffusione è aumentato di circa il 25% rispetto al periodo pre-industriale.
“Stiamo vedendo per la prima volta l’impatto del cambiamento climatico sul comportamento del fuoco ad alta risoluzione” dichiara Patrick Brown, autore principale dello studio e scienziato del clima presso il Breakthrough Institute di Berkeley.
I fattori che rendono gli incendi più frequenti e devastanti
Dei 18.000 incendi californiani scoppiati tra il 2003 e il 2020, 380 di essi sono stati in grado di incenerire nell’arco di una sola giornata un’area estesa come Manhattan.
Per scoprire qualcosa di più su queste dinamiche gli esperti hanno approfondito le condizioni meteorologiche presenti quando sono divampati in modo da individuare i fattori meteorologici che influenzano il loro comportamento. Utilizzando modelli climatici, hanno simulato questi episodi, ma senza il riscaldamento golobale di cui è causa l’uomo.
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Nella ricerca gli studiosi chiariscono quanto siano determinanti le temperature elevate e la siccità e che esistono delle soglie critiche che regolano il comportamento del fuoco.
È un po’ come se ti stessi chiedendo se crescere di un paio di centimetri ti aiuterà a schiacciare – spiega il professor Brown. – Se sei già molto alto, qualche centimetro in più non farà una grande differenza. Ma se sei alto 1,70 m, una piccola spinta potrebbe farti superare il limite. Vediamo la stessa cosa con gli incendi. Se sei proprio sull’orlo di queste soglie, allora il riscaldamento fa superare quella soglia e aumenta il rischio.
La nuova ricerca è in linea con le precedenti che affermavano che i roghi hanno una probabilità superiore a circa cinque volte di divampare in modo esplosivo se tali soglie vengono superate.
“Ma quando il clima era già estremamente caldo e secco, o al contrario molto umido, l’ulteriore spinta del cambiamento climatico non ha fatto una grande differenza sul comportamento degli incendi” specificano.
Tuttavia, c’è un altro importante fattore da considerare. “La crescita esplosiva degli incendi è quasi sempre in qualche modo correlata ai forti venti” aggiungono gli esperti. La loro presenza, infatti, è in grado di trasformare anche un piccolo rogo in uno enorme.
Ad influire sul loro andamento sono anche che il luogo e il modo in cui divampano: il fuoco si comporta in maniera differente se attecchisce in una foresta o un territorio pieno di case.
Roghi destinati ad aumentare
Ciò che preoccupa gli esperti è il fatto che gli incendi estremi e distruttivi sono destinati ad aumentare, anche nel caso in cui le emissioni globali inquinanti venissero ridotte in tempi brevi. Questo perché le tmperature del Pianeta continueranno comunque a crescere. Secondo i ricercatori, il numero dei roghi potrebbe addirittura raddoppiare entro la fine del secolo.
“La frequenza prevista di eventi estremi di crescita giornaliera degli incendi boschivi aumenta del 59% in uno scenario di emissioni bass e arriverebbe al 172% in uno scenario di emissioni molto elevate” si legge nello studio.
Contrastare con misure efficaci l’inquinamento è di fondamentale importanza, ma ciò da solo non basterà. L’umanità deve adeguarsi con interventi mirati e facendo attenzione alla progettazione delle case e dei quartieri per ridurre i rischi. Come sottolineato dagli studiosi, l’80% degli incendi che scoppiano negli Usa è provocato dalle persone.
“Dobbiamo essere più olistici nella nostra comprensione del rischio per guardare anche all’aspetto umano” sottolinea a tal proposito Max Moritz, esperto di incendi che lavora presso l’Università della California.
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