Arctic30. Sono liberi gli attivisti di Greenpeace arrestati in Russia lo scorso settembre per una manifestazione di protesta contro una piattaforma petrolifera Gazprom. Nonostante avessero agito in modo pacifico, i manifestanti di Greenpeace erano stati arrestati. Ormai da settimane si susseguivano le notizie sulla loro permanenza nelle carceri russe.
Sono liberi gli attivisti di Greenpeace arrestati in Russia lo scorso settembre per una manifestazione di protesta contro una piattaforma petrolifera Gazprom. Nonostante avessero agito in modo pacifico, i manifestanti di Greenpeace erano stati arrestati. Ormai da settimane si susseguivano le notizie sulla loro permanenza nelle carceri russe.
Giunge oggi la notizia della liberazione su cauzione. Libero anche l’attivista italiano Cristian D’Alessandro, per il quale sono risultate valide le disposizioni emanate per gli altri attivisti di Greenpeace che avevano manifestato al suo fianco. La libertà è stata concessa al prezzo di 45 mila euro, corrispondenti a 2 milioni di rubli – questo l’ammontare della cauzione da versare entro il 27 novembre prossimo.
Gli attivisti potranno probabilmente lasciare la Russia in attesa del processo, ma per legge dovranno farvi ritorno, se gli investigatori li convocheranno. La cauzione verrà pagata da Greenpeace International, ma potrebbe essere anticipata dalla rappresentanza diplomatica italiana, vista l’urgenza della situazione.
La decisione giunge oggi dal Tribunale di San Pietroburgo ed è stata resa nota dapprima su Twitter da Greenpeace Russia ed in seguito attraverso un comunicato di Greenpeace Italia. L’associazione ambientalista sottolinea che l’accusa di vandalismo rimarrà in piedi al momento, in quanto non sarebbe ancora stata ritirata, nonostante l’annuncio della scarcerazione su cauzione.
Non è ancora dato sapere quando gli attivisti potranno fare ritorno in patria e pare che per uno di loro la libertà non sia così vicina. Secondo quanto comunicato da Greenpeace Italia, infatti, l’attivista australiano Colin Russell ha visto negata la propria libertà e dovrà rimanere in carcere fino al prossimo 24 febbraio. Non si conoscono le motivazioni di questa scelta.
Gli Arctic30 – così sono stati soprannominati gli attivisti incarcerati – sperano di essere riconosciuti come innocenti al più presto, così come si augurano di cuore le loro famiglie. Le autorità consolari italiane in Russia avrebbero avuto un ruolo fondamentale nella gestione della vicenda. Non vi è ancora piena certezza su ciò che avverrà dopo il pagamento della cauzione.
Non sappiamo infatti se gli attivisti potranno fare ritorno direttamente a casa o dovranno rimanere agli arresti domiciliari. Ciò che è certo, è che sono stati accusati per qualcosa che non hanno commesso, come ricorda Giuseppe Onufrio, direttore Esecutivo di Greenpeace Italia, e che “non saranno liberi fino a quando anche l’ultimo di loro non sarà tornato a casa dalle proprie famiglie”.
Marta Albè
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