Interi territori avvelenati da arsenico e non solo. A lanciare l’allarme è il progetto Geneo che dopo un’attenta analisi stabilisce che nel Salento c’è presenza anche di berillio e vanadio. Su 32 comuni salentini, 30 sono positivi ai metalli pesanti e i risultati sono davvero preoccupanti per via di un possibile aumento di malattie tumorali.
Interi territori avvelenati da arsenico e non solo. A lanciare l’allarme è il progetto Geneo che dopo un’attenta analisi stabilisce che nel Salento c’è presenza anche di berillio e vanadio. Su 32 comuni salentini, 30 sono positivi ai metalli pesanti e i risultati sono davvero preoccupanti per via di un possibile aumento di malattie tumorali.
Non a caso, la ricerca è stata idea dalla Lilt (lega italiana tumori) in collaborazione con l’Università del Salento e la Provincia con l’obiettivo di individuare la relazione tra genotossicità del suolo e il rischio cancro.
Lo studio
Durante lo studio, gli scienziati hanno analizzato dei campioni di terra provenienti da 32 comuni pugliesi, per ognuno sono stati rilevati diversi valori come il pH, i metalli pesanti, la presenza di idrocarburi policiclici aromatici (IPA), il carbonio organico, l’rH, le diossine (Pcdd, Pcdf e Pcb) e i pesticidi.
Dopodiché sono stati effettuati test del micronuleo, le valutazioni della mortalità o della riproduttività dei lombrichi.Nelle aree interessate (clicca qui per sapere quali sono) è stata rilevata un’alta percentuale di arsenico, seguita da berillio e vanadio. Ma secondo i ricercatori, l’elevata presenza di arsenico (20 milligrammi per chilo) non sarebbe riconducibile all’utilizzo di pesticidi.
“L’analisi delle diverse diossine, furani e PCB, pur rivelando valori ampiamente nei limiti di legge, sembrano svelare possibili sorgenti di contaminazione, meritevoli di approfondimento. Infine, i test di ecotossicologia, ed in particolare quelli di genotossicità dei suoli, pur escludendo gravi situazioni di contaminazione, hanno rivelato in alcune aree una possibile correlazione tra inquinamento ambientale e situazione epidemiologica della popolazione”, si legge nello studio.
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Secondo quanto è emerso dai dati ottenuti dallo studio, dunque, non vi è una relazione tra la comparsa di tumori e la presenza di contaminanti del suolo, ma secondo gli scienziati è importante continuare a monitorare il suolo per individuare le cause dell’inquinamento.
Dall’altro lato, continua la ricerca per conoscere la causa dell’insorgere di alcuni tumori, come quello ai polmoni o ai genitali maschili o ancora al seno, che sono presenti nei cittadini salentini che abitano in determinate zone.
Ne avevamo già parlato qui:
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Dominella Trunfio