Arsenico, piombo e altri metalli pesanti: chiude il Parco archeologico di Centocelle, un disastro ambientale nel cuore di Roma

Arsenico, tallio e piombo ecco la Terra dei fuochi romana: il Parco archeologico di Centocelle è stato chiuso per inquinamento con un’ordinanza firmata dalla sindaca Virginia Raggi. Ecco, dunque, cosa bruciava sotto quel rogo che ha causato una nube tossica che ha avvelenato terreno e residenti.

Arsenico, tallio e piombo ecco la Terra dei fuochi romana: il Parco archeologico di Centocelle è stato chiuso per inquinamento con un’ordinanza firmata dalla sindaca Virginia Raggi. Ecco, dunque, cosa bruciava sotto quel rogo che ha causato una nube tossica che ha avvelenato terreno e residenti.

Neanche un anno fa, un fumo nero aveva acceso i riflettori sul Parco di Centocelle trasformato con gli anni, in una discarica abusiva di rifiuti tossici di ogni tipo. Il 1 gennaio 2017, infatti, un petardo di Capodanno aveva causato un incendio.

I cittadini del V municipio romano avevano ipotizzato di almeno 5 metri di rifiuti interrati in quello che, un tempo, era un meraviglioso parco archeologico, ma i pompieri hanno scoperto che sono ben 8. C’erano voluti diversi interventi per arrivare all’interno delle gallerie che caratterizzano il sottosuolo del parco archeologico (le antiche fungaie).

Le decine di segnalazioni, le esalazioni nocive vicino a scuole e case, hanno portato adesso alla chiusura parziale della zona per questioni sanitarie. Dall’ordinanza si apprende che il terreno è inquinato da arsenico, tallio e piombo e serve una bonifica urgente.

Diossina pura derivante da un enorme cumulo di rifiuti di ogni tipo dato alle fiamme ha intossicato tutta la zona prima che partissero i controlli Arpa e del Centro documentazione conflitti ambientali sul suolo del parco.

Il monitoraggio effettuato nel giugno scorso, ha evidenziato nella parte più superficiale del suolo la presenza di metalli come antimonio, arsenico, berillio, piombo, rame, selenio, stagno, tallio, vanadio e zinco. In alcuni punti, i valori di questi metalli sforano non solo quelli fissati per le aree verdi ma si avvicinano anche a quelli stabiliti per le aree industriali.

Si legge nella nota:

“Testimonianze dirette di abitanti della zona riportano come l’area sia sempre stata un’area verde anche quando era una zona militare questo lascerebbe supporre che il suolo è lo stesso da molto tempo e che tali contaminanti siano quindi presenti da diversi anni. I metalli pesanti presenti nel suolo non sono particolarmente tossici al contatto, ma lo sono se ingeriti anche in piccole dosi.

Pertanto qualora un bambino giocasse con il suolo e poi si mettesse le mani in bocca potrebbe assorbirli. Inoltre la polvere del suolo potrebbe depositarsi sul cibo nel caso l’area venisse utilizzata per dei picnic. La polvere potrebbe anche essere portata in casa da cani o altri animali domestici che vengono portati al parco”.

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Dominella Trunfio

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