L’aria delle città continua a migliorare: le nuove immagini satellitari, dalla Pianura Padana a Parigi

Il blocco delle attività sta migliorando la qualità dell'aria. La conferma del Sistema nazionale di protezione ambientale e dagli esperti francesi

Inquinamento atmosferico in calo nelle regioni del Nord. La conferma ufficiale arriva da un’analisi condotta dal Sistema nazionale di protezione ambientale (SNPA), che ha messo insieme i dati satellitari forniti dal Programma europeo Copernicus con quelli delle varie Arpa in un’unica piattaforma.

Secondo lo studio, la principale riduzione degli inquinanti atmosferici riguarda uno dei più pericolosi, il biossido di azoto (NO2), letteralmente dimezzato nella Pianura Padana a seguito delle misure introdotte dal Governo per l’emergenza Coronavirus.

Il coronavirus frena l’inquinamento: la conferma ufficiale

Finalmente arriva la conferma ufficiale, dall’Italia alla Francia. Finora infatti non vi era parere unanime sul fatto che la riduzione delle emissioni fosse direttamente legata allo stop delle attività ma che fosse influenzata anche da altri fattori, tra cui le condizioni meteo. Invece, la nuova piattaforma italiana SNPA ha permesso di effettuare un’analisi degli effetti sulla qualità dell’aria delle limitazioni adottate in Lombardia e Veneto a partire dal 23 febbraio e poi estese a tutto il territorio nazionale a partire dall’11 marzo. Ha scoperto così che il blocco delle attività è stato seguito da un calo degli inquinanti, prima nelle zone della Lombardia in cui sono state introdotte le restrizioni e poi nel resto del Nord

Situazione simile anche in Francia dove l’agenzia franceseAirparif ha confermato che le misure di contenimento per combattere il coronavirus hanno portato a un significativo miglioramento della qualità dell’aria a Parigi.

In calo il biossido di azoto

In particolare lo studio ha preso in esame il biossido di azoto (NO2) che tra gli inquinanti dell’aria, è quello che più rapidamente risponde alle variazioni delle emissioni e viene prodotto da tutti i processi di combustione, compresi quelli derivanti dal traffico veicolare. L’NO2 può causare un’infiammazione significativa del tratto respiratorio, mentre l’inquinamento da polveri sottili può causare malattie croniche, respiratorie o cardiovascolari o cancro ai polmoni a lungo termine.

Secondo lo studio, c’è stata una progressiva riduzione dell’inquinamento diffuso, a partire dalle restrizioni imposte in Lombardia e Veneto. Numeri alla mano, i valori mediani di tutte le stazioni di quest’area sono passati da quantità comprese tra 26 – 40 microg/m3 nel mese di febbraio a 10 – 25 microg/m3 nel mese di marzo, con una riduzione del 50%.

emilia-romagna

Inquinanti dimezzati nell’area Padana

In Emilia-Romagna, dove le misure sono state introdotte a partire dall’11 marzo, prima in alcune province e poi sull’intera regione, i valori mediani sono inclusi in un intervallo più ampio, passando da 20 – 31 microg/m3 in febbraio, a 7 – 20 microg/m3 in marzo, con una riduzione dell’ordine del 50%.

“L’effetto delle limitazioni degli spostamenti risulta particolarmente evidente osservando le mappe di concentrazione prodotte con modello di trasporto e dispersione, messe a confronto con i valori osservati. Poiché il modello calcola la concentrazione sulla base delle usuali emissioni, il confronto evidenzia l’effetto delle misure di limitazione sulla concentrazione di NO2” spiegano i ricercatori.

lombardia

SNPA

Anche in Lombardia e Friuli calo netto di NO2

In Lombardia, dove le misure sono state le più prolungate tra le regioni del Nord anche se inizialmente ristrette a una zona limitata, quella del lodigiano, vi è stata una variazione dei valori mediani meno marcata rispetto rispetto a quella generale della Pianura Padana: da 26 – 45 microg/m3 nel mese di febbraio a 13 -28 microg/m3 in quello di marzo. La riduzione è dell’ordine del 40%.

Per quanto riguarda il Friuli-Venezia Giulia, c’è stato un netto calo tra la concentrazione osservata l’11 marzo (10 – 20 microg/m3) e quella attesa (50 – 70 microg/m3).

Veneto e Piemonte: NO2 in calo del 40 e 50%

Nella settimana tra il 19 e il 25 febbraio i valori di concentrazione in Veneto erano simili a quelli dell’area padana, con mediane di 25-35 microg/m3. Nella settimana tra l’11 e il 17 marzo tali valori hanno presentato una grande variabilità passando da 9.5 e 26 microg/m3. La riduzione risulta di circa il 40% sui valori settimanali.

Situazione simile anche in Piemonte dove i valori di concentrazione tra il 19 e il 25 febbraio erano in media di 26-37 microg/m3. Nella settimana tra l’11 e il 17 marzo i valori sono scesi tra 11 e 21 microg/m3. La riduzione del biossido di azoto risulta di circa il 50 % sui valori settimanali.

Anche Parigi respira

Le misure di contenimento per combattere il coronavirus hanno portato a un significativo miglioramento della qualità dell’aria anche in Francia e in particolare a Parigi come ha rivelato un rapporto dell’Airparif. Durante la settimana dal 16 al 20 marzo, rispetto agli anni precedenti, è stato osservato un miglioramento della qualità dell’aria dell’ordine del 20-30% nell’agglomerato di Parigi, a seguito di un calo emissioni superiori al 60% degli ossidi di azoto.

Secondo lo studio

“nonostante un aumento del riscaldamento residenziale, questo calo è in gran parte legato alla forte riduzione del traffico stradale e aereo”.

parigi no2

©Airparif

I livelli di misurazione sono vicini a quelli normalmente registrati nei parchi.

“In 40 anni di misurazioni Airparif, questa situazione non è mai avvenuta in modo così significativo e su così tante stazioni”.

L’unica notizia positiva e sicura di questo periodo di incertezze.

Fonti di riferimento: SNPA, Airparif

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