Aree marine protette in Antartide: pesano i veti di Cina e Russia

Cina e Russia si oppongono alla creazione di aree marine protette in Antartide contro la pesca illegale

Aree marine protette in Antartide: ancora non va in porto, e per la quarta volta consecutiva, l’accordo sulla protezione e l’interdizione della pesca in due grandi aree del continente dei ghiacci. E ancora una volta a causa dei veti della Cina e della Russia.

Le due potenze, quindi, si oppongono alla creazione di aree marine protette in Antartide contro la pesca illegale.

Così, la CCAMRL, la Commissione per la conservazione delle risorse biologiche dell’Antartide cui aderiscono 24 Paesi, non è riuscita a raggiungere un accordo praticabile per la creazione di aree marine protette in occasione del 33esimo convegno annuale che si è svolto a Hobart, in Australia.

Insieme con l’Australia, l’Unione Europea con la Francia in prima fila, ha presentato una proposta per istituire un sistema di Aree Marine Protette nell’Antartide Orientale (di circa 1,6 milioni di chilometri quadrati). Ma, nonostante il sostegno di diversi membri della CCARL, si ritiene che il consenso tra le parti non possa essere raggiunto. Gli Stati Uniti e la Nuova Zelanda hanno inoltre presentato una proposta per la creazione di un’area marina protetta vasta 1,3 milioni di chilometri quadrati nel mare di Ross. Ma anche questa iniziativa non ha avuto miglior fortuna. Vi sono stati alcuni progressi in merito ad altre aree di discussione.

Tattiche dilatorie quelle di Russia e Cina? Probabile, ed è quanto pensa l’Alleanza per l’Oceano Antartico, una coalizione di 30 gruppi ambientalisti fra cui Greenpeace e WWF. “È tragico che mentre la maggioranza dei membri della Commissione sia più che pronta a creare una protezione marina significativa nelle acque antartiche, Cina e Russia abbiano ancora una volta bloccato ogni sforzo per negoziare un risultato positivo di negoziazione“, ha detto il portavoce dell’Alleanza, Steve Campbell.

Sta di fatto che, in ogni caso, il comportamento di Cina e Russia sia il sintomo di un pericoloso trend globale, in cui gli interessi geopolitici prevalgono su ogni sforzo di proteggere gli oceani a beneficio delle future generazioni. “Più di 1,4 milioni di persone attorno al mondo si siano unite negli ultimi tre anni in un appello globale per una protezione marina di larga scala in Antartide, mentre migliaia si sono attivate con petizioni online, social media ed email ai maggiori leader mondiale per chiedere la protezione – ricorda Richard Page di Greenpeace. Le acque che circondano l’Antartide sono tra le più incontaminate al mondo, ma sono anche tra le più vulnerabili e il braccio di ferro sul loro destino va avanti da tempo“.

In Antartide vivono più di 10mila specie, tra le quali la maggior parte dei pinguini del mondo, balene, uccelli marini, il calamaro colossale e gli austromerluzzi, triste obiettivo dei pescherecci. L’Oceano meridionale, infine, è considerato un’area essenziale per la ricerca scientifica, sia per lo studio del funzionamento di ecosistemi marini, sia per determinare gli effetti del cambiamento climatico globale. Insomma, un gioiello prezioso da proteggere e custodire.

La prossima riunione CCAMLR si terrà nell’ottobre del 2015 a Hobart, in Australia. Tra un anno sarà possibile stabilire un accordo comune sulla creazione di aree protette in Antartide?

Germana Carillo

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