Ecco le aree marine del Mediterraneo che stanno morendo per colpa della pesca a strascico

Nel Mediterraneo ci sono almeno 9 aree marine che stanno scomparendo, alcune italiane, tutti ecosistemi caratterizzati da biodiversità inestimabili. Molte di loro, in particolare, sono gravemente danneggiate dalla pesca a strascico che negli anni ha fortemente ridotto la popolazione ittica

Nel Mediterraneo ci sono almeno 9 aree marine che stanno scomparendo, alcune italiane, tutti ecosistemi caratterizzati da biodiversità inestimabili. Molte di loro, in particolare, sono gravemente danneggiate dalla pesca a strascico che negli anni ha fortemente ridotto la popolazione ittica.

Nel corso della Conferenza ministeriale sulla pesca nel Mediterraneo, organizzata dalla Commissione europea e che si terrà a Malta il 29 e 30 marzo 2017, 16 Ministri dei paesi mediterranei saranno chiamati a firmare Malta MedFish4Ever, che li impegnerà alla protezione delle specie vulnerabili e degli habitat sensibili, nonché all’istituzione di zone con restrizioni alla pesca e aree marine protette.

Il nostro Paese, tuttavia, non sembra brillare per la tutela delle aree marine, che nella nuova legge sui parchi nazionali e aree protette, attualmente in discussione alla Camera, appaiono fortemente danneggiate. “Il vero punto debole sono le riserve regionali, figlie di un dio minore, insieme alle Aree Marine Protette aveva sottolineato Rossella Muroni, Presidente di Legambiente.

LEGGI anche: BLITZ DI GREENPEACE NEL CANALE DI SICILIA PER DIRE NO ALLA PESCA A STRASCICO

Ma i danni ci sono e i rischi molto alti. Ecco dove.

immagine

1. Montagne sottomarine della Sicilia Settentrionale

Situata al largo della costa nordovest della Sicilia, l’area comprende due montagne sottomarine di circa 1000 metri, Aceste e Deprano, oltre alla dorsale e alla scarpata di Ustica, caratterizzata da coralli neri e di madrepore e di grande importanza per gli squali e per lo squalo bianco, nonché per lo Spinarolo bruno, che abbonda in quest’area.

Mar Adriatico Fossa di Jabuka/Pomo

L’area è considerata l’unico habitat definito Essential Fish Habitat di tutto l’Adriatico centrale, soprattutto ai fini della riproduzione e della crescita di alcune importanti specie come il nasello. L’area ospita inoltre la più estesa popolazione di scampi ed è importante specialmente per i giovanili a profondità superiori ai 200 metri. È zona di riproduzione per il budego e per il moscardino bianco. Inoltre la Fossa potrebbe rappresentare l’ambiente ideale per alcune fasi vitali dello squalo smeriglio, considerata specie a rischio estinzione, e ospita diversi tipi di corallo.

LEGGI anche: GIORNATA MONDIALE DEGLI OCEANI 2015: MENO DEL 4% DELLE AREE MARINE É PROTETTO

3. La depressione del Golfo di Lione

È stata identificata come area prioritaria per la riproduzione di alcune importanti specie commerciali come il nasello, la rana pescatrice, il gambero rosso mediterraneo e ospita numerosi canyon che costituiscono un rifugio per numerosi esemplari di queste e di altre specie, tra cui diverse specie di cetacei. L’idrodinamica dei canyon contribuisce anche alla comparsa di aggregazioni di corallo di profondità. Inoltre i canyon e le aree circostanti sono abitate dalla verdesca, che ogni anno viene pescata soprattutto come pesca accessoria..

Canyon Alicante

L’area rappresenta uno dei più grandi canyon sottomarini delle acque orientali spagnole. Situato in una delle zone con la più ampia piattaforma del continente, è parte di una delle principali aree di pesca per il gambero rosa, e quindi è fortemente impattato dalla pesca a strascico. Rappresenta un habitat essenziale e un’area di nursery per il nasello, insieme alla presenza di altre specie associate (assemblaggi) presenti nel canyon. Nell’area sono presenti diverse specie di cetacei e tartarughe, nonché tonno rosso e diverse specie di elasmobranchi.

Montagne Sottomarine delle Baleari

L’area comprende quattro diverse montagne sottomarine: Emile Baudot, Ses Olives, Ausías March e Bell Guyot. Si ritrovano Habitat Essenziali (zona di riproduzione del tonno rosso) e habitat sensibili (fondali di Corallo bambù), dove sono presenti letti maërl, coralligeni, foreste di gorgonie e coralli neri. Questi organismi sono particolarmente minacciati dalla pesca a strascico e dai palangari.

immagine

6. Montagne sottomarine di Alborán

Queste montagne sottomarine si trovano tra il continente africano ed europeo, nel Mare di Alborán, sparse per tutta l’area insieme ai resti di un antico vulcano che sorge 15 m sul livello del mare, facente parte di un crinale (Isola di Alborán). Lungo i canyon del Mare di Alborán sono presenti coralli di profondità. Il nasello è una delle specie bersaglio più importanti per la pesca a strascico.

LEGGI anche: PARCHI ITALIANI: LA NUOVA LEGGE CHE FA PAURA A CHI AMA IL VERDE

Canyon della Sardegna Occidentale

I canyon sottomarini di Catalano e Oristano sono situati al largo della costa orientale della Sardegna ed entrambi costituiscono la parte più importante del sistema di canyon che circonda l’isola. In queste zone si trovano diverse specie di cetacei, come il grampo, il capodoglio, la balenottera comune e la stenella striata, così come grandi filtratori, come lo squalo elefante e il diavolo di mare, che è relativamente abbondante in queste aree . Inoltre, al margine della depressione si ritrovano nursery di aragosta.

Montagne Sottomarine della Liguria Meridionale

Questa zona comprende una serie di montagne sottomarine (Cialdi, Giglio e Jadul) che si trovano a nord del Mar Tirreno e al margine del santuario Pelagos. Si tratta di un’area ad elevata produzione primaria che supporta molte specie di squali e razze, come lo squalo capopiatto e lo squalo volpe. Nella montagna sottomarina di Cialdi è stato scoperto anche il calcare micritico.

Mar Egeo – Mar di Tracia GSA: 22

Questa è una zona disgiunta che copre due aree note come il golfo di Orfani e la Samotracia, situate nel nord del Mar Egeo, a circa 180 m di profondità, considerate aree di riproduzione per il nasello. La zona è un’ importante area di pesca per i pescherecci a strascico, che aumenta i tassi di mortalità di giovanili di tutte le specie presenti a profondità intorno ai 180 m del Mar di Tracia.

Vogliamo dire addio a tutto questo?

Roberta De Carolis

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Instagram