Approvato al Senato il DDL Sviluppo: si torna al nucleare

Approvato oggi al Senato con 154 sì, 1 astenuto ed un contrario il DDL Sviluppo, che comprende anche una nuova strategia energetica nazionale, con la quale si riapre al nucleare.

Il nucleare è legge. Approvato oggi al Senato con 154 sì, 1 astenuto ed un contrario il DDL Sviluppo, che tra i 64 articoli, oltre a politica industriale, norme su assicurazioni, camere di commercio, enti di internazionalizzazione e altre ancora, comprende anche quelli relativi ad una nuova strategia energetica nazionale, con la quale si riapre al nucleare. L’opposizione non ha partecipato al voto, nel tentativo di far mancare il numero legale.

La nuova strategia affronta il problema energetico, che sconta una rete obsoleta e decisamente spostata sulle fonti fossili. Il DDL prevede una redistribuzione attraverso uno snellimento delle procedure per la realizzazione di reti ed infrastrutture, al termine della quale l’elettricità si ricaverà al 50% dalle fonti fossili (dall’attuale 83%), al 25% da fonti rinnovabili e al 25% dall’uranio.

Quest’ultima è la grande novità; attesa e temuta, è ora legge. Chernobyl non è stata dimenticata e lo smaltimento delle scorie preoccupa altrettanto. E per questi motivi associazioni e cittadini sono sul piede di guerra, in particolare su quei teriritori dove verranno pianificati i siti nucleari. Ma il Ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, dichiara: “Molti comuni italiani hanno gia’ manifestato la loro disponibilita’ ad accogliere le nuove centrali”, invogliati forse dai ricchi incentivi “nucleari”, posti di lavoro e prevedibili agevolazioni fiscali locali, per la cittadinanza. Ma questa è una storia che è ancora tutta da scrivere.

Greenpeace commenta negativamente. Giuseppe Onufrio, direttore Italia, dichiara: “Si tratta di una tecnologia in declino e la proposta del governo italiano di ritornare al nucleare è un non senso economico e industriale, che serve solo a piccole ma potenti lobby”.

Anche l’Amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti, è estremamente soddisfatto e dichiara: “Il ritorno del nucleare in Italia e’ un’opportunita’ strategica per ricostruire la filiera scientifica, tecnologica e industriale indispensabile per stabilizzare i costi di generazione di energia elettrica, ridurre la dipendenza dalle importazioni di materie prime e combattere contro il cambiamento climatico”.

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