Approvata finalmente la Nature Restoration Law per il ripristino in condizioni naturali della superficie terrestre e marina (ma l’Italia ha votato contro)

La Nature Restoration Law per la tutela dell’ambiente è stata approvata dopo un lungo braccio di ferro: contraria l’Italia che si è opposta al regolamento

Il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato in via definitiva la Nature Restoration Law, un importante regolamento per la tutela dell’ambiente che rientra nel Green Deal, l’ambizioso piano europeo per il clima. Le istituzioni europee ci stavano lavorando da oltre due anni, ma il percorso della legge è stato complesso a causa delle resistenze di molti partiti e Paesi, tra cui il nostro.

L’Italia ha infatti votato contro, insieme a Ungheria, Paesi Bassi, Polonia, Finlandia e Svezia, mentre il Belgio si è astenuto. Le nuove regole prevedono il ripristino delle condizioni naturali in almeno il 20% della superficie terrestre e marina dei territori dell’Unione entro il 2030, con l’obiettivo di estendere la tutela a tutti gli ecosistemi entro il 2050.

Il voto di oggi è una vittoria a lungo attesa per la natura europea e per i cittadini che da tempo chiedono un’azione immediata per affrontare l’allarmante declino della natura che sta danneggiando la salute del Pianeta e dei suoi abitanti. – esulta il WWF – La Nature Restoration Law potrà fare una grande differenza per gli ecosistemi degradati d’Europa, ma ora inizia il lavoro “vero”.

A fargli eco la LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli):

Siamo di fronte a un evento davvero senza precedenti per l’opera di conservazione della biodiversità europea – dichiara Alessandro Polinori, presidente della Lipu-BirdLife Italia – che apre un orizzonte di speranza concreta per la natura, il clima, il benessere delle società umane.

Saranno direttamente applicabili ai Paesi membri dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione. Tuttavia gli obiettivi finali sono meno ambiziosi rispetto alla versione iniziale proposta nel 2022, frutto di numerosi compromessi.

I partiti di destra sono preoccupati per i vincoli sul settore agricolo

La legge è stata osteggiata soprattutto dai partiti europei di destra, preoccupati per i vincoli sul settore agricolo e il possibile aumento dei prezzi dei generi alimentari. Vannia Gava, viceministra italiana dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, ha dichiarato che la normativa aumenta gli oneri amministrativi ed economici per il settore agricolo. Le proteste degli agricoltori hanno reso ancora più difficile l’adozione della legge, soprattutto a ridosso delle elezioni europee.

Il regolamento mira a ripristinare il 30% di ogni ecosistema entro il 2030, il 60% entro il 2040 e il 90% entro il 2050. I governi dovranno predisporre piani nazionali di ripristino e riferire periodicamente alla Commissione europea sui progressi compiuti.

La legge introduce un “freno di emergenza” per rivedere e valutare l’applicazione del regolamento e il suo impatto sui settori agricolo, della pesca e forestale entro il 2033. La Commissione Ue potrà sospendere l’attuazione delle norme relative agli ecosistemi agricoli in caso di gravi conseguenze per la sicurezza alimentare.

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Fonte: Consilium

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