Una tragedia annunciata. L'8 luglio dal ghiacciaio di Pine Island, in Antartide, si è staccato un enorme piattaforma di ghiaccio che orsa è alla deriva nel mare di Amundsen, sotto forma di un iceberg molto grande. La Nasa già da anni fa, attraverso i satelliti, aveva visto la frattura allora grande quanto la città di Berlino
Una ‘tragedia’ annunciata. L’8 luglio dal ghiacciaio di Pine Island, in Antartide, si è staccato un enorme piattaforma di ghiaccio che ora è alla deriva nel mare di Amundsen. La Nasa già due anni fa, attraverso i satelliti, aveva visto la frattura allora grande quanto la città di Berlino.
Ma ora l’enorme lastrone di ghiaccio si è definitivamente staccato. Gli scienziati dell’Alfred Wegener Institute, Helmholtz Centre for Polar and Marine Research, hanno seguito l’evento tramite i satelliti di osservazione TerraSAR-X dell’Agenzia Spaziale Tedesca (DLR).
Due anni fa, gli scienziati della Nasa scoprirono la prima crepa nella lingua del ghiacciaio, il 14 ottobre 2011, durante un volo al di sopra della zona. Allora la frattura era lunga circa 24 chilometri e larga 50 metri. Circa 7 mesi dopo, ancora la Nasa notò una seconda fenditura, formatasi vicino al lato settentrionale della prima crepa.
“Il risultato di queste crepe è l’iceberg gigantesco che si è staccato dalla lingua del ghiacciaio. Esso misura 720 chilometri quadrati ed è grande quasi come la città di Amburgo“, ha detto la Prof. Angelika Humbert, ricercatore dell’Alfred Wegener.
Il glaciologo e il suo team hanno usato le immagini radar ad alta risoluzione del satellite tedesco TerraSAR-X per osservare i progressi delle due fessure e per capire meglio i processi fisici alla base dei movimenti del ghiacciaio. Hanno così misurato praticamente in tempo reale le larghezze delle cavità e calcolato la velocità di scioglimento del ghiaccio. “Sopra la grande crepa, il ghiacciaio si muoveva ad una velocità di 12 metri al giorno“, ha aggiunto la Dott. Dana Floricioiu.
È colpa dei cambiamenti climatici? Gli scienziati tedeschi non sono ancora certi che l’aumento globale delle temperature possa aver direttamente provocato la frattura, e stanno valutando lì’ipotesi che possa essersi trattato di un evento naturale. Secondo la Humbert al momento non vi è alcuna connessione diretta: “La creazione di fessure nel ghiaccio e lo sviluppo di nuovi iceberg sono processi naturali“, ha detto la glaciologa. Tuttavia, il ghiacciaio di Pine Island, che scorre dai monti Hudson al Mare di Amundsen, è quello che più velocemente si muove nell’Antartide occidentale, con una velocità di circa 4 chilometri all’anno.
A suo avviso, potrebbero anche essere i venti a portare l’acqua più calda delle acque del mare al di sotto dei ghiacciai. Ciò significa che il ghiaccio si scioglie nella parte più bassa.
Ma l’aumento delle temperature di certo non è innocente. La superficie dei ghiacci polari si sta sempre più assottigliando, segno che la mano pesante del global warming sta sempre più velocemente facendo sentire il suo impatto sul pianeta.
Francesca Mancuso
Foto: Awi.de
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