I dati relativi all’amianto nel nostro paese sono drammatici. Secondo quanto dichiarato dal presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), Alessandro Miani, sono ancora 96mila i siti contaminati che causano ogni anno circa 6mila decessi.
I dati relativi all’amianto nel nostro paese sono drammatici. Secondo quanto dichiarato dal presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), Alessandro Miani, sono ancora 96mila i siti contaminati che causano ogni anno circa 6mila decessi.
Oggi al Cnr a Roma, in occasione del convegno nazionale “Amianto: gestione del sistema e tutela della salute”, sono stati resi noti alcuni dati che riguardano la situazione amianto nel nostro paese.
Come è noto, i pericoli per la salute che derivano dall’esposizione all’amianto sono da prendere molto seriamente. Nello specifico, questa fibra può causare tumore polmonare (mesotelioma pleurico), laringeo e ovarico, oltre a condizioni di fibrosi polmonare.
Secondo quanto dichiarato da Alessandro Miani, presidente della Sima:
“In Italia 6mila persone all’anno continuano a morire per l’amianto (…) In Italia sono 96.000 i siti contaminati da amianto censiti e presenti nel database del Ministero dell’Ambiente”.
Al convegno è intervenuto anche Vincenzo Giovine, vicepresidente del Consiglio nazionale dei geologi che ha dichiarato:
“L’amianto nel nostro Paese costituisce ancora oggi un problema irrisolto, nonostante la normativa italiana in tema di amianto sia tra le più avanzate in Europa e a distanza di vent’anni dall’emanazione della legge che stabilisce la cessazione dell’impiego dell’amianto (divieto di estrazione, importazione, esportazione, commercializzazione, produzione di amianto e di prodotti che lo contengono)”.
I geologi nella bonifica dell’amianto sono molto importanti in quanto le loro competenze consentono di identificare e mappare i siti a rischio diffusione fibre di amianto “in modo da contribuire alla bonifica e alla messa in sicurezza di tali aree”. E nel nostro paese il problema è molto serio dato che:
“Nel territorio italiano sono ancora presenti milioni di tonnellate di materiali contenenti tale sostanza”.
Cosa si può fare per risolvere questa situazione? Secondo gli esperti c’è bisogno di affrontare il problema di mondo strutturale e con azioni coordinate tra enti statali e amministrazioni territoriali, in modo tale da integrare i vari aspetti del problema: ambientali, sanitari e previdenziali.
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Francesca Biagioli