In questo lago è ancora presente l’ameba mangia-cervello che ha ucciso un bimbo 4 anni fa (ma ci si continua a fare il bagno)

Paura per la presenza di un'ameba mangia-cervello in una nota località termale della California: ma nonostante i decessi avvenuti per meningoencefalite amebica, le autorità non hanno ancora vietato di fare il bagno

Dagli Stati Uniti arriva l’allarme legato alla presenza di un organismo unicellulare tanto minuscolo quanto temibile. Stiamo parlando della Naegleria fowleri, meglio nota come ameba mangia-cervello. Questi protozoi vivono in acque calde e rappresentano una minaccia invisibile, dato che riescono a penetrare nel cervello attraverso il naso.

Nel 2018 una popolare destinazione termale della California, la Hot Ditch di Bishop (che si trova nella contea di Inyo) è stata teatro di un evento drammatico: qui è deceduto Benjamin Abbott, un bambino di 8 anni dopo aver contratto la meningoencefalite amebica primaria, una rara infezione acuta fulminate causata proprio dall’ameba.

A distanza di quattro anni dall’accaduto, le analisi effettuate di recente nell’acqua delle piscine hanno confermato che queste sono ancora contaminate dalla Naegleria fowleri. A chiedere il campionamento sono stati gli avvocati degli Abbott, la famiglia del bimbo che ha intentato una causa per omicidio colposo contro il Dipartimento dell’acqua e dell’energia di Los Angeles, che gestisce le terme naturali Hot Ditch.

Siamo preoccupati che l’ameba sia ancora presente e che non sia stata intrapresa alcuna ulteriore azione per affrontare il pericolo in un luogo in cui sono spesso presenti famiglie e bambini – ha commentato la famiglia Abbott ai microfoni del quotidiano San Francisco Chronicle. – L’idea che un’altra famiglia possa attraversare quello che abbiamo passato noi fa paura.

Nonostante gli episodi drammatici, nelle terme californiane non è stato vietato di fare il bagno

Già nel 2015 a una giovane di Bishop, morta a 21 anni, era stata diagnosticata la stessa infezione contratta in acque contaminate, sempre a Hot Ditch.

Nonostante i diversi casi segnalati, le autorità californiane non ha fatto abbastanza per proteggere la salute dei cittadini. Secondo la causa ancora in corso, il Dipartimento dell’acqua e dell’energia della città di Los Angeles non è stato in grado di monitorare e clorare l’acqua né di avvertire adeguatamente le persone dei pericoli a cui vanno incontro facendo il bagno nelle acque termali. Nei pressi delle piscine ci sono dei cartelli che mettono in guardia sulla presenza dell’ameba e in cui si suggerisce di non mettere la testa sott’acqua, ma secondo la famiglia e i legali del bambino deceduto qualche anno fa ciò non può essere sufficiente.

È quasi uno scherzo. – sottolineano i legali degli Abbott, sottolineando che i cartelli sono pochi e mancano nei pressi dello stagno in cui il piccolo ha contratto l’infezione – È incredibilmente inadeguato.

Secondo la causa, dietro la proliferazione della pericolosa ameba ci sarebbe un sistema idrico malgestito, ma non solo. Parte della responsabilità viene attribuita al Keough’s Hot Springs, un resort che devia le sue acque reflue che finiscono per contaminare le acque termali naturali, creando un terreno fertile per la Naegleria fowleri.

I genitori del piccolo Benjamin chiedono giustizia

I genitori del bambino morto per meningoencefalite amebica primaria sono in attesa del processo, previsto ad ottobre 2023. Oltre a chiedere il risarcimento dei danni, stanno facendo pressione affinché il Dipartimento dell’acqua e dell’energia della città di Los Angeles intervenga per scongiurare che si verifichino altre tragedie legate alla presenza dell’ameba.

Più di recente una simile sorte è toccata ad un altro bambino, morto a seguito dell’infenzione provocata dalla Naegleria fowleri, dopo aver fatto un bagno nel fiume Elkhorn, in Nebraska. Negli ultimi anni l’ameba mangia-cervello sta proliferando a ritmi sempre più veloci e inquietanti. E secondo diversi studi, questo fenomeno è causato dalla alla crisi climatica e dal conseguente aumento delle temperature, che sta portando alla sua comparsa anche in zone degli Usa dove fino a qualche tempo fa non era diffusa.

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Fonti: San Francisco Chronicle

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