L'alpinista che ha eliminato 8,5 tonnellate di rifiuti dall'Everest, che equivalgono a tre quarti della spazzatura accumulata sulla montagna.
Ha trascorso svariati anni in un monastero buddista nella regione indiana del Darjeeling, nel Bengala Occidentale, poi ha deciso di liberare poco per volta tutto l’Everest dalle tonnellate di spazzatura lasciate dagli alpinisti. E ce l’ha fatta: lei è Marion Chaygneaud-Dupuy, che in soli tre anni ha eliminato 8,5 tonnellate di rifiuti, che equivalgono a quasi i tre quarti di tutta la spazzatura accumulata sulla montagna.
Cresciuta in una famiglia di contadini nelle regione francese della Dordogna, in una casa in mezzo ai boschi, e vincitrice del Premio Terre de femmes 2019, Marion ha un sorriso rasserenante e una grande forza d’animo, evidentemente dettata da quel buddismo cui si è legata nei suoi viaggi in India e in Tibet, dove tuttora vive e lavora come guida alpina.
Ad appena 40 anni ha già scalato gli 8mila ed è una delle poche donne ad averlo fatto. Verso la cima ha potuto constatare però la triste realtà: cosa hanno prodotto decenni di spedizioni sull’Everest.
“Nel 2013, quando sono arrivata in cima, mi sono resa conto che la montagna era stata danneggiata da 30 anni di spedizioni. Ho stimato che quasi 10 tonnellate di rifiuti erano state gettate solo sulle vette! Sono appassionata di natura sin da quando ero piccola ed ero completamente scioccata”.
Così, in un battibaleno, grazie ai suoi miei contatti alpinistici è stata in grado di riversare tutte le energie nel convincere le persone che lavorano sull’Everest che la sua intuizione era la via da seguire e nella creazione dell’organizzazione Clean Everest.
Le spedizioni Clean Everest hanno avuto subito un incredibile successo. In tre anni Marion e i suoi compagni sono riusciti a rimuovere 8,5 tonnellate di rifiuti e sono diventati un vero punto focale per aumentare la consapevolezza su scala più ampia.
“Lavoro con un team locale di 50 guide e ho redatto una ‘carta per la protezione dell’ambiente montano’ per formare sherpa e guide. Nel 2017, le autorità locali ci hanno fornito una cinquantina di yak per facilitare il trasferimento delle centinaia di sacchi di rifiuti giù dalla montagna”, racconta.
E Marion non ha intenzione di smettere:
“Il mio obiettivo è finire di ripulire l’Everest, in modo da poter estendere il processo di gestione dei rifiuti sull’intero Himalaya. Ciò è particolarmente importante se si considera che l’inquinamento dell’Himalaya ha un impatto diretto sulla qualità dell’acqua potabile utilizzata da quasi due miliardi di persone che vivono nelle valli cinese e indiana”.
Quando, in quel lontano 1999, a 18 anni, si presenta in un monastero vicino a Darjeeling, il maestro buddista le dice questa frase che la accompagnerà a lungo: “Tu vuoi troppo” . Per quattro anni lui le insegna a “non volere”. Ma Marion ha voluto, ha voluto fortemente un Pianeta diverso, e ora si chiama Dolma, che significa “compassione in azione”. E la sua vita è di quella “azione” bella e positiva che tutti ci auguriamo di avere, almeno nel nostro piccolo.
Fonte: Yves Rocher Fondation
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