Sta circolando una informazione errata che sostiene che a provocare l’alluvione a Valencia sarebbero stati gli esperimenti di cloud seeding portati avanti dal Marocco. La realtà è molto diversa e la causa della tragedia spagnola è il fenomeno meteorologico chiamato DANA, vediamo insieme cos’è
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La convinzione di alcuni secondo cui il Marocco avrebbe provocato l’alluvione a Valencia con i suoi esperimenti sul cloud seeding nasce da un post condiviso più volte in cui si fa riferimento ad un articolo del giornale EuroWeeklyNews che cita un articolo del sito El Tiempo in cui si sostiene che la Spagna sarebbe preoccupata per le attività di cloud seeding organizzate in Marocco, quella tecnologia che fa piovere artificialmente.
La preoccupazione si riferiva alle città di Ceuta e Melilla che si trovano in Africa, pur essendo spagnole.
El Tiempo inoltre viene spacciato per l’agenzia meteorologia spagnola, mentre in realtà l’agenzia ufficiale è l’Agencia Estatal de Meteorología AEMET.
Da lì la paura mischiata ai social network hanno dato il via a una serie di ricondivisioni che hanno alimentato questa errata convinzione di alcuni.
Tra l’altro lo stesso sito El Tiempo ha pubblicato questo articolo il 4 novembre, in cui spiega che a provocare l’alluvione a Valencia è stata la DANA, proprio come spiegano anche gli scienziati, e non il cloud seeding.
Cos’è la DANA che ha causato l’alluvione a Valencia
La DANA, Depresion Aislada en Niveles Altos, depressione isolata nei livelli alti, è un fenomeno meteorologico non raro, conosciuto anche come “goccia fredda”, che si crea quando alle alte latitudini fluiscono correnti fredde e instabili che incontrano quelle più calde e stabili a latitudini più basse, scatenando forti temporali.
Nel caso di Valencia, questo fenomeno è stato così intenso a causa delle temperature del mare più calde rispetto al solito che hanno fatto cadere dal cielo quasi 500 millimetri di pioggia in sole 8 ore, cioè la quantità di pioggia prevista per un anno.
Insomma, ancora una volta sono i cambiamenti climatici provocati da noi esseri umani i responsabili di questa tragedia.
Cloud seeding, cos’è e può modificare il clima?
Il cloud seeding è quella tecnologia che permette di far piovere quando naturalmente non pioverebbe.
La pioggia si forma quando il vapore acqueo, che sale verso il cielo, incontra e avvolge pulviscoli o altre particelle, chiamati nuclei di condensazione, grazie ai quali diventa più pesante e riscende verso terra sotto forma di pioggia.
Il cloud seeding, cioè inseminazione della nuvola, crea questo processo artificialmente: aggiunge sulle nuvole nuclei di condensazione, di solito a base di ioduro di argento, a cui si uniscono le goccioline delle nuvole e piove.
Quindi il cloud seeding può far piovere dove ci sono nuvole.
Marocco e non solo: i rischi del cloud seeding
Il Marocco sta sperimentando il cloud seeding ormai da molti anni, così come altri Paesi, e gli scienziati stanno attualmente studiando se possano esserci modifiche al clima in seguito all’utilizzo di questa tecnologia, ma per ora le principali preoccupazioni riguardano i rischi legati allo ioduro di argento, che ad alte concentrazioni può essere pericoloso per la salute, e alle tensioni politiche che potrebbero venirsi a creare in un futuro ipotetico in cui i Paesi attuano il cloud seeding su larga scala.
Al momento però non ci sono prove di legami tra fenomeni meteorologici estremi e cloud seeding, mentre ci sono prove del legame tra questi e i cambiamenti climatici.
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