Allevamenti Fileni nelle Marche: i livelli di ammoniaca sono altissimi ma i dati “spariscono” (e l’azienda smentisce tutto)

Il Comitato per la Vallesina denuncia una situazione molto grave: ad agosto i livelli di ammoniaca nei pressi di uno stabilimento Fileni erano altissimi e fuori norma. I dati sono poi spariti e l'azienda chiamata in causa ha smentito tutto. Ora però la vicenda è arrivata all'attenzione della Commissione Europea

Gli allevamenti intensivi non ci piacciono e siamo fermamente convinti che andrebbero aboliti. Non si tratta solo di un negato benessere animale (che ci sta profondamente a cuore) ma anche di un problema ambientale non di poco conto. Si tratta infatti di luoghi altamente inquinanti.

Proprio su alcuni allevamenti intensivi si è scagliata la denuncia del Comitato per la Vallesina che in una serie di post su Facebook presenta una situazione a dir poco allarmante.

Si tratta dell’inquinamento che deriva dagli allevamenti intensivi Fileni presenti nelle Marche e più precisamente nella Vallesina, zona della provincia di Ancona.

Cosa è accaduto

Alcuni mesi fa il Comune di Jesi aveva iniziato il rilevamento dei cattivi odori, raccogliendo le tante segnalazioni dei cittadini e l’Arpam di Macerata aveva installato una centralina per il rilevamento degli inquinanti nei pressi di un allevamento Fileni (a Ripa Bianca).

Tutto sembrava nella norma ma poi, un cambio di centralina avvenuto il 18 agosto (centralina dell’Arpa Lazio) aveva ribaltato la situazione, evidenziando livelli di ammoniaca dieci volte superiori a quelli evidenziati nell’AIA che era stata presentata al momento dell’autorizzazione dell’impianto da parte della Regione.

Ora, in seguito a quanto rilevato, era logico che le autorità si muovessero per approfondire la cosa. Ma invece, non solo nulla è stato fatto ma addirittura i dati sono spariti, come denuncia il Comitato per la Vallesina (composto da associati che vivono in prossimità degli allevamenti di Monteroberto, Ponte Pio, Cannuccia, Ripa Binaca o Cingoli Rangore).

Nessuno ne ha parlato e Fileni ha prontamente smentito la notizia.

Su Facebook però il Comitato, nato proprio con l’obiettivo di combattere gli allevamenti intensivi, ha raccolto diverse testimonianze di cittadini che abitano nella zona e che denunciano non solo i fumi che escono dagli stabilimenti ma anche i persistenti cattivi odori.

 

L’interrogazione alla Commissione Europea

Una battaglia, quella del Comitato per la Vallesina, di cui da agosto ad oggi non ha parlato praticamente nessuno, ma che ora è arrivata fino alla Commissione Europea sotto forma di interrogazione, grazie all’eurodeputata Eleonora Evi.

Bisognerà ora vedere se questa situazione continuerà a passare sotto silenzio o si faranno i dovuti controlli e si prenderanno eventuali provvedimenti, nel caso i limiti di ammoniaca o altri inquinanti risultino davvero oltre i livelli massimi consentiti, proprio a causa degli stabilimenti Fileni.

Come ci ha tenuto ha sottolineare Eleonora Evi:

L’allevamento intensivo è una pratica da abolire. È una delle principali cause di inquinamento ed emissione di gas serra che prosegue senza sosta. (…) È assolutamente allarmante quanto accaduto presso lo stabilimento di Ripa Bianca (Jesi), dove una centralina dell’ARPA Lazio, che ne sostituiva una ‘malfunzionante’ dell’ARPAM, ha rivelato valori di ammoniaca molto più alti rispetto a quanto registrato precedentemente. Ancora più allucinante la cancellazione dei dati che avevano registrato valori molto critici, come correttamente denunciato dal Comitato per la Vallesina. L’ammoniaca contribuisce alla formazione del pericoloso particolato PM2,5, dannoso per la salute umana.

La replica dell’azienda Fileni

Come già accennavamo prima, però, Fileni ha immediatamente replicato alle accuse del Comitato in una nota stampa in cui scrive:

Entrando nel merito delle tendenziose e scorrette affermazioni del comitato, in merito alle rilevazioni effettuate dall’ARPAM presso l’allevamento avicolo di Ripa Bianca di Jesi, dove si asserisce che i valori di ammoniaca riscontrati non sono nella normalità, si precisa che non esiste un limite, né nazionale né fissato a livello europeo, per i livelli di ammoniaca nell’aria. Esiste un’unica indicazione guida della Organizzazione Mondiale della Sanità che propone, ma non obbliga, il rispetto di un valore medio giornaliero (ossia la media delle 24 ore giornaliere) per l’Ammoniaca pari a 270 µg/m3, il quale risulta ampiamente rispettato presso gli allevamenti di Monteroberto e Ripa Bianca.

E poi continua:

Inoltre, si afferma, ancora tendenziosamente, che il livello di polveri sottili (PM2.5) sia influenzato solo dall’ammoniaca, mentre è ben noto che il fenomeno sia molto complesso e determinato da molteplici variabili ambientali, spaziali e temporali. Dal canto nostro abbiamo proceduto ad una elaborazione dei dati ufficiali locali disponibili per tentare di darne una lettura tecnico scientifica. Abbiamo pertanto scaricato ed elaborato i valori di concentrazione di polveri sottili – PM10, PM2.5 – e ammoniaca dalle stazioni provinciali di Jesi e Chiaravalle2, nonché la centralina regionale che monitora l’ammoniaca (FalconaraScuola). I dati elaborati vanno dal 2015 al 2021 ed emerge che i livelli di polveri sottili e ammoniaca hanno in linea di massima una tendenza in discesa. A tale proposito, non sussiste alcuna significativa correlazione tra gli allevamenti e le variazioni di concentrazione di polveri sottili o ammoniaca rilevati dalle stazioni di rilevamento.

In pratica, l’azienda smentisce la correlazione tra gli alti livelli di ammoniaca o polveri sottili trovate nella zona e la produzione che avviene nei suoi stabilimenti.

A fronte di una lecita richiesta di approfondimenti da parte della popolazione locale, va detto che il Gruppo Fileni ha realizzato tutte le installazioni di allevamento avicolo, adottando le migliori tecnologie disponibili e rispettando pienamente la normativa nazionale ed europea (BAT). Concludiamo auspicando che nel territorio della Vallesina si possa instaurare un clima più disteso e collaborativo tra le parti coinvolte, consono all’individuazione di ulteriori soluzioni di miglioramento tra tutti gli attori del territorio, dalle Autorità Competenti, agli organi tecnici locali fino alle aziende e ai cittadini.

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Fonte: Comitato per la Vallesina Facebook

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