Il sistema alimentare globale sta divorando le foreste, con il 90% della deforestazione mondiale causata dalla produzione di cibo. In occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, il WWF richiama l’attenzione sul legame tra ciò che consumiamo e la distruzione degli ecosistemi, sollecitando misure urgenti per fermare questa crisi
Il cibo che portiamo in tavola sta, letteralmente, mangiando le foreste del Pianeta. Dati alla mano, il 90% della deforestazione globale è direttamente legata alla produzione alimentare, dal bestiame alle coltivazioni.
In occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, celebrata ogni 16 ottobre, il WWF ha lanciato l’allarme, mettendo in luce l’impatto della nostra dieta sugli ecosistemi del Pianeta, nel suo report Living Planet Report 2024, pubblicato la scorsa settimana.
L’alimentazione umana è responsabile della distruzione di vaste aree di foreste tropicali, principalmente in Sud America e Asia. Le coltivazioni di soia, l’allevamento intensivo e le piantagioni di olio di palma stanno polverizzando alcune delle foreste più preziose del mondo, come l’Amazzonia e il Cerrado, che ospitano specie uniche come il giaguaro. Eppure, questo sistema non è solo distruttivo per la natura, ma anche inefficiente: quasi un terzo della popolazione mondiale non ha abbastanza cibo, nonostante il 40% della terra libera dai ghiacci sia dedicata all’agricoltura.
Secondo il WWF, l’Unione europea è uno dei principali responsabili di questa distruzione. Tra i Paesi dell’Ue, l’Italia è al secondo posto per consumo di materie prime collegate alla deforestazione, come soia e carne bovina. Ogni italiano contribuisce, senza saperlo, alla distruzione di 6 metri quadrati di foresta ogni anno. Un dato che evidenzia la necessità di un cambiamento urgente.
Nel 2023, l’Unione europea ha adottato un regolamento “anti-deforestazione” (EUDR), che prevede che, a partire dal 30 dicembre 2024, prodotti come la soia, l’olio di palma e la carne bovina potranno essere importati solo se non hanno causato deforestazione. Tuttavia, la Commissione europea ha proposto di posticipare l’entrata in vigore di questa legge di un anno, una decisione che il WWF critica duramente. “Rimandare – fa sapere l’organizzazione ambientalista – significa continuare a perdere 3 milioni di ettari di foresta, equivalenti a 8 campi da calcio al minuto”.
Eva Alessi, Responsabile Sostenibilità del WWF Italia, sottolinea come questa proroga mandi un messaggio sbagliato: “Rinviare di un anno significa dare alle imprese un altro anno di tempo per distruggere le foreste del Pianeta. Le foreste non possono permetterselo”.
Cambiare la nostra dieta per salvare le foreste
Mentre aspettiamo che l’Ue adotti misure più rigide, anche noi consumatori possiamo fare la nostra parte. Ridurre il consumo di carne e derivati animali, prediligendo una dieta a base vegetale, è una delle soluzioni più efficaci per alleviare la pressione sulle foreste. Il sistema alimentare globale, che ogni anno alleva 80 miliardi di animali terrestri, necessita di enormi quantità di soia per il loro nutrimento, contribuendo in modo significativo alla deforestazione.
Inoltre, scegliere prodotti certificati e provenienti da allevamenti biologici ed estensivi può fare la differenza. Il WWF ricorda che un sistema alimentare più sostenibile non è solo possibile, ma essenziale per garantire la conservazione della biodiversità e la lotta al cambiamento climatico.
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