Il Global Environmental Prize 2023 ha annunciato i suoi 6 vincitori: tra questi anche Alessandra Korap Munduruku, coraggiosa presidente dell’Associazione Pariri di Munduruku, che è riuscita a fermare 27 progetti di estrazione mineraria nella foresta dell’Amazzonia (che ancora soffre molto).
Sei meravigliose gocce nel mare quelle che brillano come vincitrici del Goldman Environmental Prize 2023, considerato il “Nobel dell’Ambiente” perché premia persone comuni che hanno fatto cose straordinarie per il nostro Pianeta. Tra queste anche Alessandra Korap Munduruku che ha organizzato gli sforzi della comunità per opporsi allo sviluppo minerario in Amazzonia.
Il rapporto ‘Blood Gold: Complicity in Destruction V/Ouro de Sangue: Cumplicidade na Destruição V’, pubblicato a settembre 2022 denunciava come Apple, Tesla, Samsung, Microsoft, Intel, Sony, Volkswagen, Ford e General Motors, venissero rifornite da due raffinerie indagate dalle autorità brasiliane (Chimet in Italia e Marsam in Brasile) per l’acquisto illegale di oro estratto nei territori indigeni.
Chi è Alessandra Korap Munduruku
Stiamo attualmente vivendo un momento critico di terribili conflitti, con molti invasori di terra all’interno del nostro territorio introdotti dai minatori – commentava proprio Alessandra Korap Munduruku – L’estrazione illegale contamina i fiumi con il mercurio e il mercurio contamina i pesci e il nostro corpo. L’attività mineraria uccide e sposta le persone dalla loro terra. Sa solo distruggere
E in generale sono davvero moltissime le denunce di sfruttamento minerario dell’Amazzonia, il nostro polmone verde che stiamo progressivamente distruggendo.
Alessandra Korap Munduruku, 38 anni, è membro del gruppo indigeno Munduruku di Sawré Muybu ed è presidente dell’Associazione indigena Pariri, che sostiene le comunità nella regione del fiume Tapajós.
Alessandra Korap Munduruku ha organizzato gli sforzi della comunità per fermare lo sviluppo minerario della compagnia mineraria britannica Anglo American nella foresta pluviale amazzonica del Brasile – si legge sulla pagina del prestigioso riconoscimento – Nel maggio 2021, la società si è formalmente impegnata a ritirare 27 domande di ricerca approvate per estrarre all’interno dei territori indigeni, incluso il territorio indigeno di Sawré Muybu, che contiene oltre 400.000 acri di foresta pluviale. La decisione protegge un’area dell’Amazzonia gravemente minacciata, la più grande foresta pluviale del mondo e un serbatoio di carbonio significativo a livello globale, da ulteriori attività minerarie e deforestazione
Gli altri coraggiosi amici del Pianeta
Il Nobel per l’Ambiente 2023 è stato conferito anche ad altri coraggiosi che si sono battuti e continuano a battersi per il Pianeta:
- Zafer Kizilkaya, che ha fatto ampliare la rete turca di aree marine protette (AMP) su 310 miglia della costa mediterranea;
- Chilekwa Mumba, che ha intentato una causa contro Vedanta Resources, società mineraria responsabile dell’inquinante operazione Konkola Copper Mines nella provincia di Copperbelt in Zambia;
- Tero Mustonen, che da aprile 2018 guida il ripristino di 62 ex siti minerari e forestali industriali di torba gravemente degradati in tutta la Finlandia, per un totale di 86.000 acri, trasformandoli in zone umide e habitat produttivi e ricchi di biodiversità;
- Delima Silalahi, che ha condotto una campagna per garantire la gestione legale di 17.824 acri di foresta tropicale per sei comunità indigene nel nord dell’isola di Sumatra (Indonesia);
- Diane Wilson, che a dicembre 2019 ha vinto una causa storica contro Formosa Plastics, una delle più grandi aziende petrolchimiche del mondo, per lo scarico illegale di rifiuti di plastica tossici sulla costa del Golfo del Texas.
A tutti loro, con tutto il cuore, grazie!
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Fonte: Goldman Environmental Prize 2023
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