Alla scoperta dell’albero dei tulipani: il legno “intermedio” con un grande potenziale nello stoccaggio del carbonio

Una nuova ricerca, condotta dai ricercatori del Sainsbury Laboratory dell'Università di Cambridge e dell'Università Jagellonica, ha identificato un tipo di legno che apre nuove opportunità per la lotta al cambiamento climatico

In una svolta che potrebbe avere profonde implicazioni per la lotta al cambiamento climatico, i ricercatori del Sainsbury Laboratory dell’Università di Cambridge e dell’Università Jagellonica (Polonia) hanno identificato un tipo di legno che non rientra né nella categoria del legno duro né in quella del legno tenero. Questa scoperta apre nuove opportunità per migliorare la cattura e lo stoccaggio del carbonio nelle foreste.

Il legno “intermedio” degli alberi dei tulipani

Il protagonista di questa storia è l’albero dei tulipani (Liriodendron), che può raggiungere altezze importanti, superando i 30 metri. Parente stretto delle magnolie, si distingue per il suo legno unico, caratterizzato da macrofibrille (unità elementari delle pareti cellulari) di dimensioni intermedie tra quelle del legno duro e del legno tenero.

Questa peculiarità strutturale potrebbe spiegare perché gli alberi dei tulipani, differenziatisi dalle magnolie in un periodo di basse concentrazioni di CO2 atmosferica, crescono così rapidamente e raggiungono dimensioni così imponenti. La loro capacità di catturare e immagazzinare efficacemente il carbonio potrebbe essere legata proprio a questa particolare struttura del legno.

Una scoperta frutto di un’indagine evolutiva

La scoperta del legno “intermedio” è avvenuta durante un’indagine evolutiva sulla struttura microscopica del legno di 33 specie di alberi, provenienti dalle Living Collections del Cambridge University Botanic Garden. L’obiettivo era esplorare l’evoluzione dell’ultrastruttura del legno nei legni teneri (gimnosperme come pini e conifere) e nei legni duri (angiosperme come quercia, frassino e betulla).

Utilizzando un microscopio elettronico a scansione a bassa temperatura (cryo-SEM), i ricercatori hanno analizzato campioni di legno fresco, prelevati da una selezione di alberi rappresentativi della storia evolutiva delle gimnosperme e delle angiosperme. Le immagini ottenute hanno permesso di misurare le dimensioni delle macrofibrille nelle pareti cellulari secondarie (il legno vero e proprio) nel loro stato idratato nativo.

Macrofibrille: la chiave della differenza

L’analisi ha confermato che le angiosperme presentano generalmente macrofibrille più strette rispetto alle gimnosperme. L’albero dei tulipani si però è rivelato un’eccezione: le sue macrofibrille, con un diametro di circa 20 nanometri, si collocano a metà strada tra quelle delle angiosperme (circa 15 nanometri) e quelle delle gimnosperme (circa 25 nanometri).

Un adattamento per la cattura del carbonio

I ricercatori ipotizzano che le macrofibrille più grandi del “legno intermedio” dell’albero dei tulipani siano alla base della sua rapida crescita e della sua straordinaria capacità di stoccaggio del carbonio. L’albero dei tulipani si sarebbe evoluto in un periodo di riduzione della CO2 atmosferica, sviluppando questa struttura del legno come adattamento per catturare e immagazzinare più carbonio possibile.

Implicazioni per la lotta al cambiamento climatico

Questa scoperta apre nuove prospettive per migliorare la cattura e lo stoccaggio del carbonio nelle foreste di piantagione. Piantare alberi dei tulipani, o riprodurre il loro “legno intermedio” in altre specie arboree, potrebbe aumentare significativamente la capacità delle foreste di assorbire CO2 dall’atmosfera, contribuendo così a mitigare il cambiamento climatico.

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