Blocchi stradali, manifestazioni spontanee di protesta, appelli e anche canzoni dedicate all'emergenza Xylella inviate in un CD al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un senso di ingiustizia misto a disperazione è quello provato in questi giorni dal popolo salentino, che sta assistendo quasi impotente all'eradicazione degli alberi di ulivo
Blocchi stradali, manifestazioni spontanee di protesta, appelli e anche canzoni dedicate all’emergenza Xylella inviate in un CD al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un senso di ingiustizia misto a disperazione è quello provato in questi giorni dal popolo salentino, che sta assistendo quasi impotente all’eradicazione degli alberi di ulivo.
C’è chi si arrampica sugli alberi per evitare che vengano tagliati, chi blocca la statale Brindisi-Lecce, mandando in tilt il traffico della Puglia. Qualunque cosa pur di non veder portati via i propri ulivi, un tesoro inestimabile che ultimamente ha dovuto fare i conti con il batterio della Xylella ma anche con la burocrazia, quella italiana e quella europea.
Secondo quanto previsto dal Piano Silletti, le aziende e i privati che autonomamente rimuovono le piante infette riceveranno un indennizzo di circa 140 euro a ulivo. Si parla però di cifre elevate, con l’abbattimento di almeno 5000 ulivi soprattutto a Nord di Lecce e a Sud della provincia di Brindisi.
Oltre agli alberi infetti è stato disposto anche l’abbattimento di ogni pianta nel raggio di 100 metri, creando una sorta di zona cuscinetto per limitare la diffusione della Xylella Fastidiosa. In base a questo criterio, nei giorni scorsi sono stati tagliati centinaia di alberi tra Brindisi e Lecce direttamente dai proprietari, preoccupati delle conseguenze a cui potrebbero andare incontro: una denuncia penale in caso di rifiuto, multe fino a 3mila euro, perdita dei rimborsi economici e successive spese di espianto.
"#Xylella, blocchi stradali e boicottaggi: nel #Salento è disobbedienza civile"
(fonte @fattoquotidiano) @puglia pic.twitter.com/rG1m8kYqfH— V. Roberto Palazzo (@roberto_palazzo) 22 ottobre 2015
Sì discute col prefetto #xylella #Salento @nandupopusss pic.twitter.com/TCYB4mKcdl
— OSTRUZIONISTA (@ostruzionista) 13 ottobre 2015
Non tutti però hanno accolto di buon grado di ingoiare questo boccone amaro. Alcuni agricoltori hanno detto no alla decimazione dei loro oliveti, anche perché esiste un’alternativa per salvare gli ulivi del Salento. Infatti le cure bio stanno già funzionando e evitano di estirpare le piante: dopo un anno di cure tradizionali e bio, 450 ulivi hanno ricominciato a germogliare.
Dall’Europa all’Italia. Oltre al danno la beffa. La Commissione europea infatti aveva già pronta una procedura d’infrazione da spedire all’Italia per i ritardi nell’applicazione delle misure anti-Xylella. Ma il governo, almeno per il momento, sembra aver fermato la mano pesante di Bruxelles inviando una lettera.
Anche la nostra redazione continua a ricevere messaggi da parte della popolazione del Salento:
“Piango tutti i giorni, sto bombardando di messaggi attori e cantanti, non mi arrendo” ci racconta Barbara condividendo con noi questo video, che mostra cosa sta accadendo.
“Solo ieri 900 alberi abbattuti, solo 5 erano malati” ci scrive un altro lettore.
Una strage di ulivi che certamente poteva e può essere evitata. A chi conviene davvero uccidere gli ulivi del Salento?
Francesca Mancuso
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