Ulivi del Salento, il pericolo è reale? Gli ulivi del Salento sono davvero in pericolo? Nelle ultime settimane sono circolate notizie preoccupanti, talvolta allarmanti, sulla situazione degli ulivi nel Salento, che sarebbero stati attaccati da un batterio killer considerato invincibile. Il Ministero delle Politiche Agricole, negli scorsi giorni, ha annunciato la formazione di una Task Force per comprendere le cause del problema e ricercare una soluzione.
Gli ulivi del Salento sono davvero in pericolo? Nelle ultime settimane sono circolate notizie preoccupanti, talvolta allarmanti, sulla situazione degli ulivi nel Salento, che sarebbero stati attaccati da un batterio killer considerato invincibile. Il Ministero delle Politiche Agricole, negli scorsi giorni, ha annunciato la formazione di una Task Force per comprendere le cause del problema e ricercare una soluzione.
Ora sulla reale situazione di pericolo per gli uliveti pugliesi iniziano a sorgere alcuni dubbi. Gli alberi caratteristici del paesaggio regionale rischiano davvero di scomparire a causa di una patologia incurabile, o sono presenti altri interessi per quanto riguarda la loro eventuale eliminazione?
Si parla a questo punto di un vergognoso clima terroristico che starebbe interessando la Puglia, con particolare riferimento agli uliveti del basso Salento, all’agricoltura e all’economia locale. L’Accademia dei Georgofili di Firenze ha infatti effettuato delle analisi specifiche sugli ulivi salentini, che non hanno individuato la presenza del batterio Xylella fastidiosa in una forma pericolosa per la sopravvivenza delle piante.
Ciò varrebbe sia per gli ulivi che per le coltivazioni di uva, mandorle e agrumi. Il ceppo di Xylella fastidiosa presente sulle piante è asintomatico. La conferma è giunta sia dall’intervento dei ricercatori fiorentini, che dagli esperti dell’Università del Salento. Il batterio potrebbe essere presente sulle piante da secoli e risultare del tutto innocuo.
Secondo quanto comunicato dai ricercatori, il ceppo salentino di Xylella fastidiosa appartiene a una sottospecie che non infetta né la vite né gli agrumi e che è dotata di scarsa patogenicità per gli ulivi. La notizia è stata resa nota al Ministero delle Politiche Agricole e al Servizio Sanitario Regionale, ma pare non sia stata presa in sufficiente considerazione.
Cosa si nasconde, dunque, dietro il caso degli ulivi del Salento? Se il batterio presente sulle piante non è nocivo, perché si è parlato di dover ricercare con urgenza una terapia fitosanitaria per sconfiggere il pericolo imminente, se non addirittura di abbattimento degli ulivi? L’annuncio di uno “Stato di calamità naturale” potrebbe essere un mero pretesto per accedere a fondi europei. Resta da comprendere, dunque, se la moria degli ulivi sia effettiva e quali siano le sue reali cause.
Marta Albè
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