L'Italia sta affrontando una grave crisi climatica e i raccolti di olive continuano a diminuir, con un calo di ben il 57% nella produzione di olive. E, secondo uno dei maggiori scienziati del clima, le condizioni meteorologiche estreme sono in cima alla lista degli imputati per la carenza dei raccolti
L’Italia sta affrontando una grave crisi climatica e i raccolti di olive continuano a diminuir, con un calo di ben il 57% nella produzione di olive. E, secondo uno dei maggiori scienziati del clima, le condizioni meteorologiche estreme sono in cima alla lista degli imputati per la carenza dei raccolti.
Le coltivazioni degli ulivi in tutta Italia sono state devastate lo scorso anno dalle forti piogge, dalle gelate imprevedibili, dalla siccità e dai venti potenti. Tutti questi eventi meteorologici estremi e imprevisti coincidono con ciò che gli scienziati climatici hanno da sempre indicato come le conseguenze del riscaldamento globale.
“Vi sono chiari modelli che indicano come questi tipi di eventi meteorologici estremi siano tra i principali fattori della [bassa] produttività alimentare”, ha spiegato il professor Riccardo Valentini al Guardian.
Quando si tratta di ulivi, qualsiasi brusco cambiamento di temperatura può avere un effetto devastante sul raccolto. Valentini ha spiegato come un giorno o due di temperature molto basse (o molto alte) possono danneggiare gli alberi e danneggiare il loro sviluppo. Dopo aver sperimentato condizioni climatiche estreme, gli alberi non si riprendono mai completamente e sono più suscettibili alle malattie e alle infestazioni da parassiti.
In effetti, maltempo e gelate sono costate agli agricoltori italiani di olio quasi un miliardo di euro nel 2018, a causa del dimezzamento della produzione (-57%), che è scesa ai minimi storici gettando sul lastrico decine di migliaia di aziende, soprattutto al Sud.
È quanto emerge da un’elaborazione della Coldiretti che evidenzia la situazione drammatica della filiera dell’olio in Italia dopo che le calamità hanno portato il raccolto sotto i 185 milioni di chili, il dato peggiore degli ultimi venticinque anni. La situazione più grave in Puglia dove si produce circa la metà dell’olio italiano e si contano perdite per quasi 400 milioni.
Il problema peggiore? È che sappiamo già che ci saranno eventi sempre più estremi e anomali in futuro…
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Roberta Ragni