La rivoluzionaria tecnica dell'Università del Queensland per trasformare gli scarti minerari in terreno fertile: un passo avanti significativo nella sostenibilità ambientale e nella gestione dei rifiuti
La gestione dei rifiuti prodotti dall’industria mineraria è una sfida ambientale e sociale di grande rilevanza. Ma cosa succederebbe se questi rifiuti potessero essere trasformati in terreno fertile, capace di sostenere la vita vegetale e animale? Questa è la domanda che si sono posti i ricercatori che hanno sviluppato un innovativo metodo per accelerare la formazione del terreno proprio dagli scarti minerari.
Nell’industria mineraria, la frantumazione delle rocce per l’estrazione di metalli e minerali preziosi produce, come sottoprodotto, dei rifiuti, chiamati “sterili di miniera”: si tratta di una miscela di particelle di roccia, minerali, sostanze chimiche e metalli pesanti. Questi rifiuti, spesso nocivi e a volte persino radioattivi, rappresentano un serio pericolo per l’uomo e l’ecosistema.
L’integrità dei più di 3.500 bacini di decantazione sparsi nel mondo è cruciale; la loro rottura potrebbe portare a catastrofi ambientali, vittime e contaminazione delle acque. Tuttavia, una recente scoperta dell’Università del Queensland potrebbe rivoluzionare la gestione di questi rifiuti, trasformandoli in terreno fertile.
Gli scienziati, guidati dal professor Longbin Huang, hanno adottato approcci ingegneristici per emulare e accelerare la naturale formazione del terreno dalla roccia. Sebbene gli sterili minerari abbiano la capacità intrinseca di trasformarsi in terreno nel corso di migliaia di anni, la conservazione a lungo termine di questi materiali è sia dispendiosa che rischiosa per l’ambiente e le popolazioni locali.
Per studiare in profondità il loro metodo, il gruppo di ricerca ha collaborato con il centro di radiazione di sincrotrone dell’Università di Saskatchewan in Canada. Utilizzando la radiazione di sincrotrone, gli scienziati hanno analizzato le interazioni a livello nanometrico tra minerali e materiali organici, raccogliendo dati preziosi per perfezionare il loro metodo di rivitalizzazione.
Superare le sfide per rendere gli sterili da estrazione mineraria biologicamente adatti
Una delle maggiori sfide è che gli sterili minerari, nella loro forma originale, non sono adatti alla crescita delle piante. Infatti, a causa della presenza di metalli e sali solubili, le piante e i microbi del suolo non possono prosperare. Tuttavia, il nuovo metodo sviluppato permette di superare queste limitazioni.
Gli scienziati hanno sviluppato una tecnica per stimolare la crescita di specifici microbi negli sterili da estrazione mineraria, arricchiti con pacciame vegetale naturale. Questi microorganismi, nutrendosi della materia organica e dei minerali presenti, riescono a formare aggregati di terreno fertile.
La rapidità di questo processo ha sorpreso anche i ricercatori stessi: in appena un anno, sono già visibili significativi cambiamenti. Questa innovazione non solo offre una soluzione per la gestione degli sterili minerari, ma potrebbe anche essere applicata per rigenerare terreni degradati da altre cause, come la sovra-fertilizzazione o i cambiamenti climatici.
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Fonte: ACS Publications
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