Tra foto instagrammabili e turismo di massa: cosa si nasconde davvero dietro la produzione di lavanda in Spagna

Nonostante il forte richiamo turistico, i coltivatori di lavanda in Spagna, lottano per la propria sopravvivenza

Quando si parla di lavanda, la mente vola immediatamente in Provenza ma forse non sapete che anche in Spagna esiste una zona dove le coltivazioni di lavanda non solo offrono uno spettacolo visivo mozzafiato, ma rappresentano anche una tradizione agricola profondamente radicata.

Parliamo dei campi di lavanda di Brihuega, nella regione di Guadalajara che, proprio come in Provenza, nei caldi mesi estivi, si trasformano in un luogo magico, attirando turisti da ogni parte del mondo con le loro spettacolari distese di fiori color malva, perfette da condividere su Instagram.

Ma dietro questa bellezza si nasconde una realtà ben diversa: gli agricoltori locali, che hanno dedicato la loro vita alla lavanda, si trovano ad affrontare attualmente una crisi molto profonda.

Ad attirare l’attenzione sulla produzione di lavanda in Spagna è “El Confidencial“, che ha intervistato diversi operatori del settore per fare il punto della situazione, indubbiamente molto difficile.

Nonostante l’afflusso di visitatori che ogni anno affollano i campi, i benefici economici non arrivano ai coltivatori, vi è infatti una grande disparità tra il guadagno turistico e il reddito degli agricoltori.

Dal 2012, una festa dedicata alla lavanda ha messo Brihuega sulla mappa turistica della Spagna, attirando migliaia di turisti. Tuttavia, i profitti non ricompensano adeguatamente i coltivatori. La creazione di eventi ha comportato investimenti significativi e, nonostante i biglietti d’ingresso oscillino tra i 50 e i 70 euro, gli agricoltori continuano a lamentarsi di essere esclusi da questa crescita economica.

Ángel Corral, presidente dell’Associazione Culturale Lavender, ci tiene a precisare che i coltivatori vivono della produzione di olio essenziale e che non ricevono entrate direttamente dal turismo. Juan José Laso , presidente dell’Associazione provinciale degli agricoltori e allevatori di Guadalajara, parla della ” rabbia ” di molti coltivatori nei confronti del turismo:

Coloro che lavorano personalmente i raccolti vedono come gli altri traggono vantaggio dal loro lavoro, ma difficilmente sono partecipi di questi profitti. Inoltre, la rabbia cresce anche quando i politici vengono a scattare una foto, mentre gli agricoltori sentono di non essere aiutati.

Ma come mai la lavanda spagnola è in crisi?

La crisi del settore affonda le sue radici nella pandemia di COVID-19, che ha stravolto il mercato della lavanda. Prima della pandemia, i prezzi dell’olio essenziale di lavanda raggiungevano i 40 euro al chilogrammo, rendendo la produzione altamente redditizia. Poi però, a causa della sovrapproduzione e la mancanza di domanda durante i periodi di lockdown, i prezzi sono crollati a 8-9 euro al chilogrammo. Questo crollo ha portato molti agricoltori a vivere in condizioni di perdita, con costi di produzione che superavano di gran lunga i guadagni.

Per farvi capire meglio: mantenere un ettaro di lavanda costa circa 1.200 euro all’anno, mentre gli aiuti pubblici, stabiliti nel 2017, ammontano solo a 155 euro per ettaro, ed è evidente che non possono essere sufficienti, soprattutto in un periodo di crisi.

C’è poi il discorso degli oli sintetici che sono iniziati ad emergere sul mercato e la crescente concorrenza da parte dei produttori bulgari che offrono prezzi competitivi. Tutto questo, ovviamente, ha ulteriormente complicato la situazione per gli agricoltori spagnoli.

Di fronte a questa crisi, molti produttori stanno valutando seriamente di ridurre le loro coltivazioni.

Il futuro del settore, insomma, appare incerto.

Mentre le festività e il turismo possono offrire un sollievo temporaneo (magari qualche olio essenziale in più si vende), le radici della crisi rimangono profonde e richiedono soluzioni sostenibili e a lungo termine.

“Anche se i campi sono splendidi, è tutto una menzogna”, conclude De Lope (uno degli agricoltori intervistati), sottolineando la fragilità di un settore che, nonostante la sua bellezza e la fama, lotta per la propria sopravvivenza.

Non vuoi perdere le nostre notizie?

Fonte: El Confidencial

Leggi anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook