La Svizzera è pronta ad abbandonare il glifosato

Abbandonare gradualmente il glifosato. Vari paesi europei hanno accarezzato l'idea senza giungere a una soluzione concreta, ma adesso sembra che la Svizzera sia pronta a dire addio al discusso erbicida

Abbandonare gradualmente il glifosato. Vari paesi europei hanno accarezzato l’idea senza giungere a una soluzione concreta, ma adesso sembra che la Svizzera sia pronta a dire addio al discusso erbicida.

Il paese sta prendendo in considerazione l’eliminazione progressiva del glifosato. Con 95 voti, contro 78 e 13 astensioni, il Consiglio nazionale ha sostenuto una proposta di Adèle Thorens, del partito dei Verdi, che chiede al Consiglio federale di preparare una relazione sulla questione.

Questo rapporto studierà le possibilità e i rischi di un graduale abbandono dell’erbicida di Monsanto. Le alternative all’utilizzo di questo prodotto fitosanitario saranno presentate in particolare in termini di potenziale ed impatto tecnico, ecologico ed economico.

“Il Consiglio federale è pronto a studiare l’opportunità e le modalità di un possibile arresto progressivo”, ha ricordato il ministro dell’Economia Schneider-Ammann, secondo cui l’Unione degli agricoltori svizzeri e Agroscope, il Swiss Confederation’s centre of excellence for agricultural research, stanno già lavorando a piani di uscita per il paese.

Ma non è così semplice. Lo stesso Ministro non vede alcun motivo per giustificare il ritiro di questa sostanza. Secondo Johann Schneider-Ammann, è dimostrato che il divieto di utilizzo in Svizzera avrebbe solo un impatto marginale sul livello di residui di glifosato negli alimenti disponibili sul mercato nazionale.

Anche una minoranza di destra non è d’accordo, sostenendo che il divieto di utilizzo del glifosato farà sì che le erbacce siano rimosse meccanicamente con i trattori, con un “enorme aumento delle emissioni di CO2”, come ha precisato Marcel Dettling.

Di fatto, quando si parla di glifosato non mancano le controversie. Classificato come “probabilmente cancerogeno” dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, organismo dell’OMS, il suo uso è stato prorogato nel 2017 per altri 5 anni nei paesi dell’Unione europea. Una decisione che ha suscitato numerose polemiche e proteste.

Attualmente, oltre a quello svizzero, sono in atto vari tentativi di eliminazione da parte di alcuni paesi, ma ancora senza esiti certi. La Francia ha imposto il divieto di utilizzo ma dal 2022. Malta, intenzionata ad abbandonarlo, ha votato a favore della proroga Ue insieme ad altri 17 stati. I paesi dovranno comunque attendere altri 4 anni prima di sapere quali saranno le sorti del glifosato in ambito comunitario, anche se si parla di messa al bando dal 2022.

E l’Italia?

Mentre alcune Regioni si stanno facendo avanti per vietare il glifosato in autonomia, l’ex ministra della salute Lorenzin, durante il suo mandato, ha introdotto alcune restrizioni sull’uso di quest’erbicida. In primo luogo ne è stato vietato l’uso “in parchi giardini, campi sportivi, aree di gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne, complessi scolastici e strutture sanitarie”. In secondo luogo, il divieto riguarda l’utilizzo in agricoltura durante il raccolto e la trebbiatura o quando i prodotti della terra sono ormai prossimi a finire nelle nostre tavole.

Ma questo non basta…

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Francesca Mancuso

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