Quando il marito di Rani si è suicidato, la sua famiglia è rimasta piena di debiti. Dal 1995 al 2012 secondo uno studio della London School of Economics si sono tolti la vita circa 285 mila agricoltori in India.
Quando il marito di Rani si è suicidato, la sua famiglia è rimasta piena di debiti. Dal 1995 al 2012 secondo uno studio della London School of Economics si sono tolti la vita circa 285 mila agricoltori in India.
Gli anni peggiori sono stati quelli tra il 2003 e il 2009, quando cioè si è verificata una forte siccità con raccolti pessimi.
“Non ci sono piogge. Abbiamo difficoltà anche per bere, troviamo l’acqua solo una volta ogni 10 giorni” dice Rani, 44 anni di Tamil Nadu e una delle centinaia di agricoltori che protestano nella capitale per un maggiore sostegno del governo.
Le conseguenze oltre che ambientali sono soprattutto psicologiche. I cambiamenti climatici portano a tragedie familiari.
“L’agricoltura è un’occupazione rischiosa, con i redditi annuali bassissimi, ciò chiaramente ha delle ripercussioni sulla salute mentale”, spiega Vikram Patel, esperto di psichiatra alla Harvard Medical School Boston.
Secondo un nuovo studio però, la situazione non è destinata a migliorare nel breve termine. Anzi, entro il 2050 ci potrebbe essere ancora un aumento delle temperature fino a 3 gradi centigradi. Ciò significa surriscaldamento e siccità.
“È chiaro che la stabilità professionale influisce sulla mente degli agricoltori. Un singolo raccolto danneggiato può portare alla disperazione”, continua Patel.
In India ci sono 1,3 miliardi di persone e gli agricoltori sono oltre la metà, sono considerati infatti, l’anima e il cuore del Paese. Ma negli ultimi anni, il loro peso economico è fortemente diminuito, mentre prima l’agricoltura rappresentava un terzo del prodotto interno lordo indiano, ora contribuisce solo per il 15%.
Un circolo vizioso che avvalla il suicidio. Raccolti poveri, devastazione finanziaria, debito e mancanza di sostegno della comunità. In molti bevono pesticidi tossici perché il governo indiano, in alcuni casi, fornisce un aiuto finanziario alla famiglia della persona scomparsa. Un incentivo perverso al suicidio.
“Forse non saremo in grado di fermare il surriscaldamento globale, ma ciò non significa che non possiamo fare qualcosa per affrontare il suicidio, come fornire maggiore stabilità finanziaria e sostegno alla salute mentale”, continua lo psichiatra.
In realtà, già da gennaio, il governo di Narendra Modi, in carica dal maggio del 2014 ha istituito un fondo che dovrebbe permettere ai contadini di riavere l’intero valore del raccolto perduto per danni di origine naturale, pagando un premio pari a solo l’1,5 per cento del valore totale del raccolto.
Il ministro indiano dell’Agricoltura, Radha Mohan Singh, ha anche detto che questa iniziativa dovrebbe contribuire ad aumentare il numero degli agricoltori assicurati, portandoli dall’attuale 23 per cento ad almeno il 50 per cento. Che sia uno scudo per fermare i suicidi? C’è dell’ottimismo nell’aria.
“L’assicurazione adeguata e un giusto sostegno morale eviteranno il senso di disperazione che porta al suicidio”, chiarisce MS Swaminathan, a capo della Rivoluzione verde negli anni Sessanta.
Dominella Trunfio