Un sindaco francese ha vietato l’uso di pesticidi vicino alle case, per la gioia degli abitanti del paese che amministra. Sono insorti però gli agricoltori che l’hanno trascinato in tribunale pur di continuare a fare i propri interessi (a discapito della salute delle persone).
Un sindaco francese ha vietato l’uso di pesticidi vicino alle case, per la gioia degli abitanti del paese che amministra. Sono insorti però gli agricoltori che l’hanno trascinato in tribunale pur di continuare a fare i propri interessi (a discapito della salute delle persone).
Torniamo a parlare dei problema dei pesticidi in agricoltura che non solo inquinano l’ambiente e uccidono preziosi insetti ma che finiscono anche puntualmente sulle nostre tavole e rendono tossico l’ambiente di chi abita vicino ai campi su cui vengono utilizzati.
Ora dalla Francia e precisamente da Langouët, comune di circa 600 abitanti in Bretagna, arriva la notizia che il sindaco, Daniel Cueff, è stato chiamato a presentarsi di fronte al tribunale amministrativo di Rennes per la sua decisione di vietare l’uso di pesticidi vicino alle case, con l’obiettivo di proteggere la salute dei cittadini.
Nello specifico, il decreto vieta l’uso di prodotti fitosanitari “a una distanza inferiore a 150 metri da qualsiasi parcella catastale incluso un edificio per uso residenziale o professionale”. La distanza può essere ridotta a 100 metri se vi è una siepe che evita la dispersione di pesticidi.
Di fronte al giudice, il sindaco Cueff dovrà dimostrare di essere competente in materia e, di conseguenza, di aver reso operativo il divieto con cognizione di causa.
La decisione sui pesticidi è solo uno dei tanti passi in favore dell’ambiente che il piccolo comune francese porta avanti da tempo. Il sindaco ha infatti ricordato che sono già 20 anni che Langouët è impegnato in una transazione ecologica che ha portato alla realizzazione di una mensa 100% biologica e con cibo locale, due eco-villaggi e un’importante riduzione dell’impronta di carbonio del paese.
L’uso dei pesticidi vicino alle case rovina però il quadro.
“I bambini mangiano biologico nella mensa, vivono in edifici eco-progettati ma vivono vicino ai campi e hanno trovato livelli molto alti di glifosato nelle urine di due di loro” ha dichiarato uno degli abitanti di Langouët
Il sindaco può contare sull’appoggio della maggior parte dei cittadini che hanno creato anche un collettivo a sostegno della decisione sui pesticidi. Ma contro di lui si sono alleati invece gli agricoltori (solo una parte in realtà, dato che altri sono passati già al biologico) che sostengono che il decreto è stato diramato senza prima consultarli e che non vi è alcun pericolo.
Sottolineano infatti che le sostanze chimiche utilizzate hanno un’autorizzazione all’immissione in commercio e che solo la National Health Security Agency (ANSES) è autorizzata ad agire nel caso vi siano nuovi elementi scientifici sulla pericolosità dei pesticidi che utilizzano anche in prossimità delle case.
Daniel Cueff, supportato da un collettivo di una ventina di associazioni ambientaliste, intende dimostrare la sua competenza e ha prodotto in risposta un memoriale di “diverse dozzine di pagine” sull’argomento.
Staremo a vedere come finirà la questione: avrà la meglio il sindaco e le giuste rimostranze dei cittadini o gli interessi degli agricoltori?
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Francesca Biagioli