Vino: la siccità anticipa la vendemmia per salvare i raccolti che già stanno bruciando sotto il sole

Si prospetta un periodo critico per il settore vitivinicolo italiano: a causa della siccità assisteremo ad un calo del 10% della produzione di vini e per salvare i raccolti parte con circa 7 giorni d'anticipo la vendemmia

Non solo pomodori e frutta: le forti ondate di calore degli ultimi mesi stanno infliggendo un duro colpo anche al settore vitivinicolo italiano. Il caldo record, con picchi di oltre 40° C, e la conseguente siccità che non sta dando tregua all’Italia stanno portando a un taglio del 10% della produzione dei vini. Neanche nelle ore notturne i grappoli d’uva riescono a “respirare” a causa dell’afa e durante il giorno rischiano di essere letteralmente bruciati dal sole, come sta accadendo anche per altra frutta, come le angurie, e ortaggi.

E quest’anno per salvare i raccolti la vendemmia partirà con almeno una settimana d’anticipo rispetto allo scorso anno, come evidenziato anche da Coldiretti in occasione del distacco del primo grappolo nell’azienda agricola Faccoli, nella Franciacorta bresciana, in Lombardia.

La produzione italiana quest’anno si stima in calo del 10% a livello nazionale per un quantitativo intorno ai 45,5 milioni di ettolitri ma molto dipenderà sia dall’evoluzione delle temperature che influiscono sulla maturazione sia dall’assenza di nubifragi e grandinate che hanno un impatto devastante sui vigneti e sulle quantità prodotte. – spiega l’associazione.

In Italia si attende comunque una annata di buona/ottima qualità anche se l’andamento della raccolta sarà influenzato molto dal resto del mese di agosto e da quello di settembre per confermare le previsioni anche sul piano quantitativo.

Momento critico per il settore vitivinicolo (e non solo per la siccità)

Nonostante il calo “fisiologico” dovuto alla siccità record, l’Italia resta il primo produttore di vini al livello mondiale, seguito da Francia e Spagna. Anche quest’ultimi hanno dovuto fare i conti con spaventose ondate di calore e gli incendi che hanno messo in ginocchio l’agricoltura.

“Siamo preoccupati perché in circa il 30% della superficie vitata della Doc non c’è la possibilità di irrigare, soprattutto nei vigneti posizionati nelle zone alte e di età tra i 5 e gli 8 anni che rischiano di perdere la produzione se entro 15 giorni non piove” ha sottolineato Christian Marchesini, presidente del Consorzio di tutela del vino Valpolicella, intervenuto nel corso dell’incontro organizzato da Coldiretti Verona insieme ai i Consorzi di Tutela per fare il punto della vendemmia 2022.

In Italia ad allarmare gli operatori del settore vitivinicolo non è soltanto l’afa, ma anche l’incremento dei costi di produzione che si ripercuote inevitabilmente sul prezzo delle bottiglie e la minore capacità d’acquisto degli italiani in un momento di forte crisi socio-economica.4

Leggi anche: Siccità: l’agricoltura italiana è in ginocchio, è già andato perso 1/3 delle produzioni

Così, per tentare di correre ai ripari le aziende prevedono di avviare in anticipo la raccolta delle uve. Come da tradizione, nel nostro Paese si partirà con la raccolta delle uve da spumanti Pinot e Chardonnay e si proseguirà tra settembre e ottobre con la Glera per il Prosecco e con le grandi uve rosse autoctone Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo. Mentre le ultime uve ad essere raccolte saranno quelle di Aglianico e Nerello.

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Fonte: Coldiretti

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