S.O.S siccità: l’ondata di caldo africano mette a rischio i nostri raccolti di grano, mais e riso

L'ondata di caldo estivo, portata dall'anticiclone Hannibal, potrebbe dare il colpo di grazia all'agricoltura italiana: si teme per le coltivazioni di riso, mais e grano, ma anche per frutta e verdura che hanno bisogno di acqua.

È allarme siccità in Italia: l’arrivo dell’anticiclone africano Hannibal fa tremare il settore agricolo. L’ondata di caldo record è attesa, infatti, proprio in questi giorni e il picco si raggiungerà tra lunedì 16 e martedì 17 maggio, quando i termometri sfioreranno persino i 33° in alcune aree del Nord. Tutto ciò avrà un impatto devastante per le semine primaverili di riso, girasole, mais e grano. Ma anche sulle coltivazioni di altri cereali, foraggi, ortaggi e frutta. L’agricoltura Made in Italy potrebbe ritrovarsi presto in ginocchio e questa situazione ci spingerebbe, così, a dipendere ulteriormente dalle esportazioni estere.

A denunciare il grave scenario è la Coldiretti:

La mancanza di acqua colpisce i raccolti nazionali in una situazione in cui l’Italia è dipendente dall’estero in molte materie prime e produce appena il 36% del grano tenero che serve per pane, biscotti, dolci, il 53% del mais per l’alimentazione delle stalle, il 56% del grano duro per la pasta e il 73% dell’orzo. – spiega l’associazione – Con il picco delle temperature manca l’acqua necessaria ad irrigare le coltivazioni che si trovano in una situazione di stress idrico che ne compromette lo sviluppo e la produzione.

Leggi anche: La drammatica siccità del Po vista dai satelliti (nonostante le piogge degli ultimi giorni)

La situazione del Po e dei grandi laghi italiani resta critica

Sebbene nelle ultime settimane abbia finalmente piovuto, la situazione del Po resta abbastanza drammatica: il livello idrometrico del fiume, infatti, continua scendere ed è arrivato a -2,65 metri, dopo aver raggiunto il livello minimo da decenni. Non va meglio per i principali laghi italiani – come quello Maggiore e il Lago di Como – che presentano percentuali di riempimento pari al 38%.

Per far fronte alla siccità e alla crisi climatica e risparmiare acqua, Coldiretti ha suggerito – insieme all’Anbi (Associazione Nazionale Bonifiche Irrigazioni Miglioramenti Fondiari) – una soluzione:

Il progetto prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti. L’idea è di realizzare laghetti, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione.

Ma si tratterebbe solo di un modo per tamponare. Il problema, infatti, è a monte: per evitare la catastrofe bisogna attuare strategie efficaci a livello internazionale in modo da combattere la crisi climatica. Se no le ondate di siccità diventeranno sempre più frequenti (e non solo in Italia).

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Fonte: Coldiretti

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