La siccità sta letteralmente bruciando anche le coltivazioni di pomodoro: un duro colpo per le passate e le conserve Made in Italy, la cui produzione sta subendo un calo. Il caldo torrido sta tagliando una passata di pomodoro su 10.
Quest’estate rischiamo di trovare meno passate e conserve di pomodoro sugli scaffali dei supermercati e di pagarli a caro prezzo. Tutta “colpa” della siccità, che sta seminando devastazione sul territorio italiano. Il caldo, infernale, che sembra non volerci dare tregua sta bruciando i campi di frutta, verdura e ortaggi. Tonnellate di angurie, albicocche, peperoni e melanzane vengono letteralmente bruciate dalle temperature elevatissime.
E fra le colture maggiormente colpite spiccano i pomodori, simbolo della dieta mediterranea. Gli agricoltori italiani stanno facendo di tutto per salvarli, anticipando il periodo della raccolta.
Purtroppo, però, il caldo torrido ha già tagliato l’11% della produzione. A denunciare la situazione drammatica è la Coldiretti:
A livello nazionale il pomodoro per la salsa Made in Italy, per passate, pelati e concentrati è coltivato su circa 70mila ettari da nord a sud del Paese con Emilia Romagna, Lombardia, Campania e Puglia che sono i principali produttori coinvolgendo una filiera dove operano 6500 imprese agricole, circa 90 imprese di trasformazione e impiega 10.000 addetti, per un fatturato di 3,7 miliardi di euro di cui più della metà realizzato grazie alle esportazioni all’estero in crescita del 5% nei primi quattro mesi del 2022 nonostante la guerra in Ucraina.
L’Italia rappresenta il 15% del raccolto mondiale, è il primo produttore europeo di pomodoro davanti a Spagna e Portogallo e il secondo a livello globale subito dopo la California.
Costi lievitati anche a causa della crisi delle materie prime
Ad aggravare la situazione è anche l’esplosione dei costi di produzione delle materie prime legata al conflitto tra Russia e Ucraina.
Le aziende agricole italiane stanno lottando su tutti i fronti contro aumenti che – sottolinea Coldiretti – vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio, il vetro costa oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, ma si registra un incremento del 15% per il tetrapack, del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti. Rincarato anche il trasporto su gomma del 25% al quale si aggiunge la preoccupante situazione dei costi di container e noli marittimi, con aumenti che vanno dal 400% al 1000%.
Praticamente si è portati a pagare di più il contenitore di vetro che la passata di pomodoro in sé.
In una bottiglia di passata da 700 ml in vendita mediamente a 1,3 euro oltre la metà (53%) è il margine della distribuzione commerciale con le promozioni, – spiega Coldiretti – il 18% sono i costi di produzione industriali, il 10% è il costo della bottiglia, l’8% è il valore riconosciuto al pomodoro, il 6% ai trasporti, il 3% al tappo e all’etichetta e il 2% per la pubblicità.
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Fonte: Coldiretti
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