gnorate dalla legislazione nazionale, come testimonia anche l'ultimo decreto sulle rinnovabili approvato nei giorni scorsi, le serre fotovoltaiche stanno diventando però degli strumenti presi in considerazione seriamente dalle amministrazioni locali. Così se lo scorso luglio, come abbiamo visto, la Regione Sardegna ha disciplinato con una normativa ad hoc le prime serre fotovoltaiche d'Italia, è stato presentato in questi giorni dall'Università degli studi di Perugia, un progetto del valore complessivo di 25 milioni di euro.
A cercare con Google le parole “Serre fotovoltaiche” non si trova granché: qualcuno che ne parla, due o tre aziende che se ne occupano, diverse immagini, quelle sì, ma più di progetti da realizzare che di progetti realizzati… eppure, l’applicazione di pannelli solari sulla superficie esterna di serre adibite all’agricoltura (o al florovivaismo) non rappresenta solo uno degli infiniti utilizzi dell’energia solare, ma anche un connubio perfetto per la salvaguardia dei terreni agricoli da un lato e per la tutela dell’ambiente dall’altro. È infatti un’ottima soluzione per evitare l’ulteriore consumo di territorio nonché l’incremento indiscriminato dei prezzi dei terreni ancora liberi.
Ignorate dalla legislazione nazionale, come testimonia anche l’ultimo decreto sulle rinnovabili approvato nei giorni scorsi, le serre fotovoltaiche stanno diventando però degli strumenti presi in considerazione seriamente dalle amministrazioni locali. Così se lo scorso luglio, come abbiamo visto, la Regione Sardegna ha disciplinato con una normativa ad hoc le prime serre fotovoltaiche d’Italia, è stato presentato in questi giorni dall’Università degli studi di Perugia, un progetto del valore complessivo di 25 milioni di euro.
In quest’ultimo caso le serre fotovoltaiche saranno costruite nelle zone di Casalina di Marsciano e di Castiglione del Lago, copriranno una superficie di 4 ettari e avranno una potenza installata di circa 6 MW. Un progetto innovativo, all’avanguardia nel nostro Paese, che vede l’Ateneo protagonista insieme a soggetti privati – ha detto il Rettore Francesco Bistoni nel corso della presentazione; – Si punta sulle energie rinnovabili, ma anche a cambiare le nostre aziende agricole rispetto alle attività di tipo tradizionale. Quello che proponiamo potrebbe diventare un modello da esportare in Italia e all’estero.
Già, un modello da “esportare”… in Italia. Suona paradossale, ma è proprio così: il Conto Energia 2011 non prevede alcun tipo di incentivo o aiuto a questa particolare applicazione del fotovoltaico, così al cittadino, ancora una volta, non resta che arrangiarsi. Per quanto riguarda Perugia, ad esempio, i terreni e il know-how saranno messi a disposizione dalla Fondazione Agraria dell’Università degli Studi di Perugia, mentre l’investimento è stato fatto da un imprenditore privato. È significativo che sia l’Ateneo a farsi promotore dell’iniziativa, divenendo ‘imprenditore’, e che si collabori con il mondo dell’impresa – ha detto la Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini; per poi aggiungere: – come Regione, accompagneremo le imprese verso progetti come questi, guardando da un lato all’utilizzo delle energie rinnovabili, dall’altro alla tutela del paesaggio e del territorio che rappresentano una grande risorsa dell’Umbria.
E dell’intero paese, verrebbe da aggiungere.
Roberto Zambon
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