Roundup Monsanto e cancro: i due coraggiosi agricoltori che hanno portato la multinazionale in tribunale

Il Roundup finisce ufficialmente sul banco degli imputati: due cittadini americani hanno denunciato Monsanto, sostenendo di essersi ammalati di cancro proprio a causa del controverso erbicida. Secondo le denunce, inoltre, la multinazionale agrochimica statunitense avrebbe intenzionalmente ingannato consumatori e autorità di vigilanza riguardo alla pericolosità del prodotto.

Il Roundup finisce ufficialmente sul banco degli imputati: due cittadini americani hanno denunciato Monsanto, sostenendo di essersi ammalati di cancro proprio a causa del controverso erbicida. Secondo le denunce, inoltre, la multinazionale agrochimica statunitense avrebbe intenzionalmente ingannato consumatori e autorità di vigilanza riguardo alla pericolosità del prodotto.

A voler portare Monsanto in tribunale sono un uomo di 58 anni, Enrique Rubio, che ha lavorato per aziende agricole di Texas, Oregon e California e il cui compito era proprio quello di spargere sui campi il Roundup e altri pesticidi, e Judi Fitzgerald, una donna di 64 anni, che per alcuni anni è stata impiegata in un’azienda ortofrutticola. Rubio si è ammalato di cancro alle ossa nel 1995, mentre a Fitzgerald è stata diagnosticata la laucemia nel 2012.

Le due denunce, presentate indipendentemente l’una dall’altra e presso due tribunali diversi, arrivano sei mesi dopo che l’OMS ha classificato ufficialmente il glifosato – un diserbante totale, non selettivo, tra i più utilizzati al mondo (e alla base del Roundup e di altri prodotti analoghi) – come probabilmente cancerogeno per l’uomo: in parole povere, ciò significa che è più che plausibile considerare questa sostanza cancerogena, anche se al momento non vi sono abbastanza prove per asserire che lo sia.

Gli addetti ai lavori pensano che le due denunce siano solo l’inizio di una lunga serie e non escludono la possibilità di future class action: il Roundup è infatti un erbicida estremamente diffuso, il cui utilizzo va avanti da anni e anni, e le affermazioni dell’OMS non hanno fatto altro che confermare dei timori di tossicità che circolavano da tempo.

Dal suo canto, Monsanto ha fatto sapere che ritiene le denunce infondate e che si difenderà strenuamente dalle accusa e, a dispetto della posizione dell’OMS, ha ribadito il proprio punto di vista: se il glifosato viene utilizzato correttamente, seguendo le istruzioni, è di fatto innocuo per l’uomo.

Ma le denunce di Rubio e Fitzgerald vanno ancora oltre, accusando la multinazionale statunitense di essere stata al corrente sin dall’inzio dei rischi legati all’utilizzo del prodotto, di non aver messo in guardia in modo adeguato i consumatori e di avere esercitato pressioni sulla Environmental Protection Agency, ente del Governo federale americano, affinché modificasse la classificazione del glisofato, portandola da “probabilmente cancerogeno per gli uomini” a “evidenza di non-cancerogenità per gli uomini”. Un’accusa, quest’ultima, che, se dimostrata, proverebbe tutta la malafede dell’azienda.

Da consumatori, non possiamo che attendere gli sviluppi di una battaglia legale che si preannuncia già molto accesa.

Lisa Vagnozzi

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