Da febbraio anche il nostro Paese avrà a disposizione un unico riferimento normativo in campo agricolo. Si tratta del primo Codice agricolo nazionale, presentato alla stampa lo scorso mese di dicembre dal ministro delle Politiche agricole Luca Zaia, che, dopo aver ricevuto un secondo via libera dal Consiglio dei ministri, e dopo un passaggio obbligatorio in Parlamento, farà piazza pulita di tutte le leggi e leggine in materia.
Ormai manca poco. Da febbraio anche il nostro Paese avrà a disposizione un unico riferimento normativo in campo agricolo. Si tratta del primo Codice agricolo nazionale, presentato alla stampa lo scorso mese di dicembre dal ministro delle Politiche agricole Luca Zaia, che, dopo aver ricevuto un secondo via libera dal Consiglio dei ministri, e dopo un passaggio obbligatorio in Parlamento, farà piazza pulita di tutte le leggi e leggine in materia.
Il testo è la risposta concreta a una serie di problemi in materia agricola rimasti finora irrisolti, come l’intreccio fra le competenze statali e quelle regionali e la necessità che l’agricoltura italiana non resti indietro nell’ambito del mercato europeo e di quello mondiale. Insomma a breve il nostro settore agricolo avrà un suo codice legislativo di riferimento che riguarderà tutta l’attività agricola: gli imprenditori e le loro attività, le società e le aziende agricole, i contratti del settore e le coltivazioni OGM (Organismi geneticamente modificati).
La nuova legge è facilmente consultabile, snella e scritta con un linguaggio comprensibile. Si tratta infatti – come ha spiegato lo stesso ministro Zaia alla conferenza stampa di presentazione – di una “una sorta di manuale tascabile per i contadini: una vera e propria rivoluzione“. La normativa chiarirà inoltre ogni possibile integrazione al codice civile in materia di definizione di imprenditore agricolo, le relative qualifiche soggettive e le attività: imprenditori professionali, attività agrituristica e ospitalità lungo le vie dedicate ai prodotti tipici, le imprese ittiche, le attività selvicolturali, la vendita al dettaglio e quella agricola telematica, oltre alla disciplina del territorio e della proprietà terriera.
Per la stesura del Codice, costituito da 155 articoli, sono state eliminate tutte le “fotocopia” in materia ed è stata fatta chiarezza su tutti i contrasti giurisprudenziali finora emersi, anche alla luce delle sentenze abrogative della Corte costituzionale. Non bisogna infatti dimenticare che negli ultimi decenni la legislazione in materia agricola è stata oggetto di numerosi interventi da parte del legislatore. Si va dalla prelazione agraria degli anni Sessanta, all’usucapione speciale negli anni Settanta, alla legge sull’affitto dei fondi rustici e dei contratti agrari negli anni Ottanta. Infine nel 2001 ci sono state le leggi di orientamento in agricoltura. Questa evoluzione normativa è tutta confluita nel Codice, che ha inoltre facilitato l’accesso e la consultabilità di tutte le norme al servizio dello sviluppo della risorsa agricoltura, un settore oggi più che mai capace di attrarre investimenti e iniziative anche e soprattutto fra i giovani.
“Mi piace immaginare – ha affermato infine il ministro Zaia – che quando questo Codice sarà definitivamente approvato i contadini si sentiranno più sicuri nel loro agire. È vero che la legge non ammette ignoranza ma è un dovere del legislatore fare in modo che essa sia inequivocabile e chiara“.
Non ci resta quindi che aspettare il prossimo febbraio, mese in cui arriverà il via libera definitivo al Codice. La rivoluzione agricola abbia dunque inizio!
Rosamaria Freda