Revisione della Politica Agricola Comune: cosa significa che è stata approvata la procedura d’urgenza

La settimana scorsa, il Parlamento europeo ha approvato la procedura d’urgenza sul piano della Commissione europea che prevede l'eliminazione di molti dei requisiti ambientali che gli agricoltori devono soddisfare per ottenere i fondi europei. Su tutto, è netta la lunga ombra delle proteste degli stessi agricoltori che hanno tenuto banco finora

Diciamoci la verità: la Politica Agricola Comune (PAC) – il piano europeo di finanziamenti e regole rispetto all’agricoltura e all’allevamento – è stata salutata come un disastro sin dai suoi albori. Da sempre, infatti, è accusata di penalizzare i piccoli agricoltori e allevatori a favore delle grandi aziende e di finanziare agricoltura e allevamenti intensivi, rendendo impossibile ridurre le emissioni di gas serra del settore.

Ora, la PAC risente senza dubbio (anche) delle prossime elezioni europee, tanto che le proposte di una sua semplificazione presentate dalla Commissione europea il 15 marzo scorso sono andate velocemente verso l’approvazione e, dopo il via libera degli ambasciatori degli Stati membri, l’Eurocamera ha dato il suo consenso l’11 aprile (si sono espressi a favore dell’iter legislativo accelerato con 432 voti a favore, 155 contrari e 13 astensioni) all’attivazione della procedura d’urgenza per fare modificare l’architettura dell’agricoltura Ue entro la fine della legislatura.

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Le proposte di modifica della PAC della Commissione UE non sono una semplificazione ma un attacco al futuro rendendo la nostra agricoltura meno resiliente di fronte alle sfide ambientali globali, tuonano così gli ambientalisti.

Perché?

Perché con questa proposta sono vanificati i passi avanti a favore della natura e della protezione del clima: dopo la nuova deroga alle norme della condizionalità sugli spazi per la natura del regolamento della Politica Agricola Comune 2023-2027, la Commissione europea ha proposto un ulteriore indebolimento della protezione del suolo, della rotazione delle colture e dei pascoli con un pacchetto di ulteriori modifiche giustificate dalla “semplificazione” dei regolamenti europei e chiedendo la loro approvazione attraverso una procedura di urgenza.

Cosa prevedono le modifiche alla PAC

La revisione della Pac prevede di:

  • eliminare la destinazione di “una quota minima di terreno coltivabile ad aree non produttive” dallo standard 8 delle Buone condizioni agronomiche e ambientali (Bcaa) (i terreni incolti)  anche se si vuole mantenere “la protezione degli elementi paesaggistici esistenti”. Gli Stati membri sono invece tenuti a “istituire un eco-schema” che sostenga gli agricoltori “per mantenere una parte dei terreni coltivabili in stato non produttivo o per creare nuovi elementi paesaggistici” (come siepi o alberi)
  • i 27 Stati membri potranno prevedere “esenzioni specifiche” dalle norme sugli standard Bcaa 5, 6 e 7 (gestione della lavorazione del terreno, copertura del suolo e terreni a riposo) per le situazioni che “rischiano di essere contrarie ai loro obiettivi”, come nel caso di condizioni specifiche di terreni e sottosuoli. Sulla rotazione delle colture (standard 7), la Commissione propone di “aggiungere la possibilità di soddisfare questo requisito con la diversificazione delle colture“, un flessibilità che dovrebbe consentire agli agricoltori “colpiti da regolare siccità o di precipitazioni eccessive” di rispettare la condizione “in modo più compatibile con la realtà agricola
  • c’è inoltre la proposta di esentare le aziende agricole sotto i 10 ettari dai controlli di condizionalità e dalle sanzioni
  • quanto alla remunerazione degli agricoltori e la loro posizione nella filiera alimentare, si seguiranno tre strade: la Commissione lancerà un osservatorio dei costi di produzione, dei margini e delle pratiche commerciali nella catena di approvvigionamento agroalimentare; proposto il rafforzamento delle norme applicabili ai contratti che gli agricoltori stipulano con gli acquirenti dell’industria alimentare o della vendita al dettaglio; la Commissione condurrà infine una “valutazione approfondita” della direttiva sulle pratiche commerciali sleali nella filiera alimentare in vigore dal 2021

In Europa le piccole e medie aziende agricole stanno scomparendo a ritmi allarmanti – lamentano da Greenpeace – divorate da imprese sempre più grandi e intensive, mentre il reddito degli agricoltori è minacciato dall’ingresso di prodotti extraeuropei a basso costo e dagli interessi della grande distribuzione che impongono prezzi talmente bassi da non coprire, in alcuni casi, neanche i costi di produzione.

I ministri dell’Agricoltura hanno già indicato che i Governi dell’Ue sosterranno la proposta della Commissione europea di eliminare molte delle misure di protezione ambientale dai regolamenti della PAC. Il voto del Parlamento europeo accelera la risposta del Parlamento a questa proposta, saltando i dibattiti e le votazioni nelle commissioni parlamentari e mettendola immediatamente ai voti durante la sessione plenaria del 22-25 aprile, l’ultima prima delle elezioni europee di giugno.

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