Proteste dei trattori: 4 fake news che stanno circolando e strumentalizzando la situazione

Il Green Deal europeo è davvero il peggiore dei mali? E davvero l’utilizzo dei pesticidi è indispensabile a salvare l’agricoltura? Cosa sta succedendo in tutta Europa e per quale motivo reale stanno manifestando gli agricoltori? Intanto da Legambiente un appello: smontiamo assolutamente le false notizie

Che le proteste dei trattori stiano tenendo banco molto semplicemente perché siamo a poche settimane dal voto in Europa e che in molti casi trovano, per questo, l’avallo di una precisa ala politica, è ormai chiaro. Quello che è ancora di difficile comprensione è il motivo, o i motivi, per cui il settore agricolo è in rivoluzione ormai da giorni.

Una vera e propria sommossa, più o meno appoggiata, che non ha fatto altro che fomentare delle fake news che, guarda caso, riguardano per lo più il tema ambientale: quello che effettivamente decreterà l’esito del voto alle prossime europee.

Leggi anche: Dalla Francia all’Italia, perché gli agricoltori di tutta Europa stanno protestando?

A partire dagli attacchi al Green Deal europeo, è Legambiente a smontare 4 fake news circolate in questi giorni e al centro dello speciale Unfakenews, campagna ideata dal 2020 insieme a Nuova Ecologia per contrastare le bufale ambientali.

Le 4 fake news ambientali sulle proteste degli agricoltori

Non è vero che il green deal danneggia produttori e consumatori

Il Green Deal europeo è un programma ambientale progettato e creato allo scopo di agevolare i percorsi di decarbonizzazione ed è uno strumento necessario per contrastare gli effetti della crisi climatica: di fatto costituisce il rimedio e non il male.

Mettere in discussione le strategie europee From farm to fork e Biodiversity 2030 – cardini del Green Deal – significherebbe mettere a rischio la sopravvivenza dell’intero settore agricolo e il futuro del Pianeta. La grave situazione economica in cui versano le aziende agricole (soprattutto di medie e piccole dimensioni) è legata a una politica comunitaria del passato che, per decenni, ha destinato l’80% delle risorse solo al 20% delle aziende, privilegiando le grandi e il metodo intensivo. L’unica soluzione per salvare l’agricoltura è liberarla dalla dipendenza della chimica e puntare sulla diminuzione degli input negativi idrici ed energetici. Accusare il Green Deal significa prendersela con l’unica alternativa possibile per salvarsi.

Non è vero che l’utilizzo dei pesticidi è indispensabile a salvare l’agricoltura

Il loro utilizzo, anzi, non garantisce di poter contare su una maggiore resa agricola o di salvaguardare le colture ma è dannoso sia per la conservazione degli ecosistemi che per la salute umana e favorisce la dipendenza dalla chimica del modello agricolo attuale.

I pesticidi, oltre a contaminare acqua, aria, suolo e cibo, generano resistenze nelle popolazioni di insetti, scatenando la necessità di trattamenti sempre più frequenti ed efficaci. A ciò si aggiungono gli squilibri legati al rapporto preda-predatore e la conseguente proliferazione di una specie su tutte le altre. Un ragionamento che vale non solo per gli insetticidi ma anche per gli antibiotici.

Non è vero che l’Europa obbliga a non coltivare il 4% dei terreni per speculare sul lavoro degli agricoltori

Si tratta invece di una misura che nasce allo scopo di favorire la difesa dall’erosione e dal dissesto idrogeologico, l’incremento della fertilità dei suoli e la tutela della biodiversità grazie ad aree incolte, siepi, boschetti, stagni e servizi ecosistemici.

L’aiuto di insetti utili – come le api – è fondamentale per il raggiungimento di un equilibrio sano tra produttività e ambiente. La grave rarefazione della presenza degli insetti impollinatori – fondamentali per garantire biodiversità agricola e naturale – a cui stiamo assistendo è assai preoccupante. Il rapporto Ipbes-Ipcc spiega chiaramente che il 70% dei suoli europei contiene meno del 2% di sostanza organica. Dati sconvolgenti che fanno ben capire che, per continuare a coltivare, serve ripristinare la fertilità dei suoli.

Non è vero che l’Europa intende sostituire i cibi tradizionali con quelli sintetici

La carne coltivata non è ancora disponibile in Europa e, dunque, in Italia e, in ogni caso, non potrebbe sostituire la carne prodotta da allevamento tradizionale. Il vero problema è il modello di allevamento zootecnico intensivo che non rispetta il benessere animale e provoca l’inquinamento di acqua aria e suolo.

Accusare il Green deal di voler affossare il mondo agricolo è incomprensibile – conclude Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – visto che lo stesso Esecutivo, in assenza di una veloce transizione ecologica, nel piano di adattamento climatico stima al 2050 12,5 miliardi di euro all’anno di perdite del settore agricolo. Si rischia solo di far passare tante fake news, mentre le cause dei problemi agricoli sono altre. Il Governo Meloni dovrebbe evitare di alimentare la confusione e dimostrare più capacità di intervento, perché il taglio dell’Iperf per i redditi più bassi da solo non può bastare. Servono anche misure concrete a sostegno della transizione ecologica in agricoltura come snellire la burocrazia, garantendo assistenza tecnica e politiche a sostegno del reddito, incentivare l’agroecologia, premiando chi punta sui servizi ecosistemici, lo sviluppo delle rinnovabili per produrre energia, e approvando l’inserimento dei delitti delle agromafie nel codice penale per fermare l’illegalità e la concorrenza sleale del settore.

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