Le temperature primaverili stanno risvegliando la vegetazione in anticipo e l'imminente ritorno dell'inverno potrebbe stroncare la produzione agricola
Quello che stiamo vivendo è un febbraio particolarmente anomalo, con temperature primaverili che potrebbero mettere a rischio i raccolti, ma anche la produzione di miele.
L’agricoltura risente più di qualsiasi altra attività delle conseguenze della crisi climatica: condizioni meteorologiche anomale ed eventi estremi portano a perdite dei raccolti che si traducono in perdite economiche di diversi miliardi di euro.
Nei giorni scorsi i termometri hanno raggiunto e superato i 20°C in diverse zone del Paese e, sebbene primavera primavera anticipata di quasi 40 giorni possa sembrare piacevole, le conseguenze su frutta e verdura potrebbero essere disastrose.
Le giornate calde e soleggiate stanno provocando il risveglio della vegetazione, che si traduce in una fioritura anticipata degli alberi da frutto e nell’emissione prematura di nuove foglie per le piante orticole.
Tra marzo e aprile, però, il freddo potrebbe tornare con correnti gelide su tutta l’Italia, stroncando la produzione e causando perdite di frutta estiva e invernale comprese tra il 60 e il 90%.
Non solo: oltre al rischio di gelate tardive, esiste anche il pericolo dato dalla presenza di insetti esotici invasivi come la cimice asiatica che, proprio grazie alle temperature elevate, riescono a proliferare e a minacciare le coltivazioni.
In alcune regioni italiane, poi, è già allarme siccità. In Sicilia, le temperature invernali sopra la media, l’assenza di piogge e il vento rendono impossibile la nuova semina dei terreni, che risultano troppo aridi.
Il caldo e la siccità, oltre a compromettere le fioriture, potrebbero mettere in difficoltà anche le api, influenzando negativamente la produzione di miele.
Insomma, questa primavera prematura avrà un vero e proprio effetto domino su tutti gli ecosistemi e, oltre a causare ripercussioni sui raccolti e sull’attività degli insetti, potrebbe essere l’anticipo della stagione estiva più calda degli ultimi 100 anni.
“Quello che stiamo vivendo impone interventi immediati. Se continua così i problemi aumenteranno e dobbiamo essere pronti a fronteggiare l’emergenza con piani adeguati. I danni e le conseguenze dei cambiamenti climatici sono ormai sotto gli occhi di tutti e occorre agire subito per prepararsi ai prossimi mesi”, ha commentato Francesco Ferreri, presidente di Coldiretti Sicilia.
Fonti di riferimento: Il Meteo/Coldiretti Sicilia/Coldiretti Bergamo/Fruit book magazine
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