Un nuovo studio rivela che l'uso di PFAS nella produzione di pesticidi negli USA è aumentato negli ultimi dieci anni. Questa ovviamente è una pessima notizia per la salute e l'ambiente
L’inquinamento da PFAS (sostanze per- e polifluoroalchiliche), noti negli Usa come “forever chemicals” per la loro straordinaria resistenza, continua ad essere una grave preoccupazione ambientale e sanitaria. Ma che rapporto c’è tra PFAS e pesticidi?
Già a novembre, Generations Future in collaborazione con il Pesticide Action Network Europe, aveva rivelato che il 12% delle sostanze attive presenti nei pesticidi autorizzati nell’Unione Europea sono PFAS e il loro impiego contribuisce significativamente alla diffusione dell’inquinamento, provocando la contaminazione delle acque superficiali e potabili. Questo problema è ulteriormente aggravato dalla presenza di TFA, un derivato che si forma dalla degradazione dei pesticidi contenenti PFAS.
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Recentemente, un nuovo studio pubblicato sulla rivista Environmental Health Perspectives, ha messo in luce un altro aspetto della stessa questione: l’uso di PFAS nei pesticidi statunitensi è in aumento.
La ricerca, secondo l’Environmental Working Group (EWG), rappresenta il primo esame esaustivo delle vie attraverso le quali i PFAS sono stati introdotti nella composizione dei pesticidi negli Usa.
I dati rivelano che quasi un quarto delle sostanze attive nei pesticidi convenzionali approvati nel 2021 conteneva composti organofluorurati, mentre il 14% includeva PFAS. Inoltre, tra il 2012 e il 2021, la quota di pesticidi contenenti composti organofluorurati è aumentata del 61%, mentre quella dei pesticidi contenenti PFAS è cresciuta del 30%.
I pesticidi con PFAS più comuni negli Stati Uniti includono trifluarin, fomesafen e pirossasulfone, che differiscono da quelli predominanti in Europa come il flufenacet.
Un’importante scoperta fatta dallo studio riguarda poi la lisciviazione dei PFAS dai contenitori fluorurati, un problema noto dal 2011. Questi contenitori, ampiamente utilizzati per stoccare pesticidi e altre sostanze chimiche, possono trasferire PFAS nei prodotti contenuti.
In totale, negli USA quasi il 20-30% dei contenitori di plastica utilizzati nel settore agricolo sono fluorurati. Ciò significa che la contaminazione da PFAS potrebbe essere ben più ampia e comprendere i pesticidi che non contengono alcun PFAS nella loro formulazione.
Come spiega Generations Future:
Gli Stati Uniti hanno vietato la produzione di PFAS nel processo di fluorurazione dei contenitori nel 2023, tuttavia tali disposizioni sono state abrogate dalla Corte d’Appello Federale. Nell’UE solo i contenitori alimentari saranno soggetti al divieto di presenza di PFAS a partire dal 2026. Non è quindi escluso che i PFAS contenuti nei contenitori siano presenti anche nei pesticidi autorizzati in Europa.
Le conseguenze dell’aumentata presenza di PFAS nei pesticidi
I PFAS sono noti per la loro stabilità chimica e le loro proprietà idrofobiche e lipofile, che li rendono resistenti al calore e all’acqua. Queste caratteristiche possono migliorare l’efficacia dei pesticidi ma anche aumentare la loro tossicità verso organismi non target e contribuire alla contaminazione dell’acqua, del suolo e degli organismi viventi.
Negli Stati Uniti, i pesticidi PFAS sono utilizzati su colture come mais, grano, cavoli e fragole, e sono comuni anche in insetticidi e biocidi per uso domestico. Tuttavia, la segretezza commerciale riguardo alla composizione dei pesticidi rende difficile monitorare l’impatto esatto di queste sostanze sull’ambiente e sulla salute umana.
Il nuovo studio americano conferma di fatto le preoccupazioni già sollevate da Générations Futures e dal Pesticide Action Network riguardo all’inquinamento globale da PFAS. Queste e altre associazioni chiedono – e già da tempo – un divieto internazionale all’uso di queste sostanze.
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Fonte: Environmental Health Perspective
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