Un report del ministero della salute di Lussemburgo mostra come sia serio il problema della contaminazione da pesticidi di frutta e verdura
Il ministero della Salute del Lussemburgo ha condotto delle analisi sul cibo venduto nel Paese scoprendo che vi è un serio problema con i pesticidi ma la buona notizia è che almeno i prodotti biologici ne sono praticamente privi. Un rapporto che di fatto conferma quanto già verificato da studi e test condotti in altri Paesi Ue.
I risultati delle analisi sui pesticidi (2020) condotte in Lussemburgo mostrano un inquinamento da fitofarmaci che in alcuni casi è davvero preoccupante. Il ministero ha analizzato un totale di 480 campioni di prodotti. Si trattava di:
- frutta (35,1%)
- ortaggi (28%)
- cereali (9,8%)
- tè e caffè (7,9%)
- altri alimenti
Di questi, il 16,1% proveniva da produzioni locali, il 33,6% da altri Stati membri dell’Ue, il 38,8% da paesi non Ue e l’11,8% dei campioni avevano provenienza sconosciuta. Nel 10,8% dei casi si trattava di prodotti biologici certificati.
I risultati
Partiamo dalla buona notizia: il 100% dei campioni di prodotti biologici di produzione locale era privo di residui e allo stesso modo anche la frutta e verdura biologica certificata prodotta all’estero non presentava tracce di pesticidi.
Due campioni di semi di sesamo sono stati gli unici prodotti biologici risultati contaminati da un
antiparassitario che non superava però i limiti autorizzati.
La situazione è ben diversa se si considera l’agricoltura convenzionale. Il 39,4% dei campioni analizzati di produzione locale contenevano residui, comunque al di sotto della media di tutti i campioni convenzionali analizzati (che contenevano tracce di pesticidi nel 52,2% dei casi)
È in particolare la frutta ad essere molto spesso contaminata. In ciliegie, fragole e prugne sono stati trovati spesso residui di numerosi pesticidi contemporaneamente ma anche arance (91%), mele (91%), pere (87%) e uva (82%) contenevano quasi sempre tracce di fitofarmaci.
Non sono esenti dal problema i frutti esotici e il rapporto mostra che sono stati rilevati residui nei 16 campioni analizzati di avocado, guaiave, physalis, longan, pere nashi, papaia, frutto della passione, pomelo, tamarillo.
Ma ci sono dati ulteriormente preoccupanti: il 5,2% dei prodotti convenzionali è stato addirittura ritirato dal mercato per aver superato i valori massimi consentiti. In un caso in particolare un campione di cipolle superava di 30 volte il contenuto massimo consentito di residui di una sostanza attiva autorizzata come regolatore di crescita per le patate.
Ma c’è di più, nel 25% dei campioni di cibo analizzati, sono state trovate tracce di pesticidi non autorizzati dall’Ue. A sottolineare questo aspetto che non è menzionato dal rapporto del Ministero della Salute è la Ong Mouvement Ecologique.
Come sottolinea la Ong:
La legislazione europea consente l’importazione nell’Ue di prodotti contaminati da queste sostanze, a condizione che siano rispettati i limiti massimi di residui. Da anni, molte organizzazioni ambientaliste denunciano questa contraddizione nella legislazione europea e chiedono regole più rigorose per l’importazione di prodotti alimentari, in particolare per proteggere agricoltori europei dalla concorrenza sleale.
Ma non solo. Mouvement Ecologique denuncia anche il fatto che alcuni stati membri (Italia compresa) continuano a produrre ed esportare pesticidi tossici non più autorizzati nell’Ue e sembra che nel 2018 siano state esportate ben 80mila tonnellate di questi fitofarmaci.
I pesticidi trovati
Nei campioni analizzati sono state rilevate oltre 115 sostanze diverse, 8 però erano i principi attivi più frequenti (6 fungicidi e 2 insetticidi) alcuni dei quali considerati molto pericolosi secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Si tratta in particolare di:
- Tebuconazolo: elevata e acuta tossicità, tossico per la riproduzione e probabilmente cancerogeno.
- Captano: probabilmente cancerogeno
- Imidaclopride: altamente tossico per le api
Ma non dovremmo considerare solo i singoli pesticidi, nella maggior parte dei casi sempre entro i limiti di legge. C’è infatti da tenere presente il discorso, ancora poco chiaro e studiato, dell’effetto che può avere sulla nostra salute l’esposizione al cosiddetto cocktail di pesticidi.
Qui il rapporto completo del ministero della Salute lussemburghese.
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Fonte: ministero della Salute lussemburghese / Mouvement Ecologique
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