Il settore dell'agricoltura è ancora pesantemente contaminato dall'uso di pesticidi chimici pericolosi per l'ambiente e la nostra salute, che vengono utilizzati in maniera legale a danno nostro e degli ecosistemi: è ora di dire basta a tutto questo
Ancora una volta ci troviamo costretti a parlare di pesticidi chimici usati in agricoltura nel nostro continente e dei rischi per la nostra salute che queste sostanze comportano. Siamo costretti a farlo perché, malgrado gli effetti negativi e pericolosi di queste sostanze siano ben noti alla comunità scientifica e alle autorità comunitarie, non si è ancora fatto nulla per vietarne l’uso nei campi.
In particolare, sono dodici i pesticidi chimici nel mirino degli scienziati per la loro tossicità: per questi è stata da anni chiesta la sostituzione con alternative più sostenibili dal punto di vista ambientale e meno dannose, ma la richiesta risulta oggigiorno ancora impantanata.
Numerosi studi hanno dimostrato che questi pesticidi sono responsabili di alterazioni del sistema riproduttivo, di disturbi ormonali, dell’insorgenza di problemi cardiovascolari e infine di forme tumorali. Inoltre, rappresentano una delle minacce più stringenti alla sopravvivenza delle popolazioni di api e altri insetti, preziosissimi per la salvezza degli ecosistemi e per la protezione della biodiversità.
Impegnato nella campagna per l’eliminazione di queste sostanza dai campi europei è Pesticide Action Network (abbreviato in PAN), un’organizzazione che promuove alternative sicure e sostenibili ai pesticidi pericolosi.
Già nel 2011 (più di dieci anni fa), PAN aveva proposto l’eliminazione di questi dodici pesticidi particolarmente pericolosi per la salute e l’ambiente, ma il grido dell’associazione è rimasto inascoltato. Ma non solo: lungi dal diminuire, l’esposizione dei cittadini europei a queste sostanze è in realtà addirittura aumentata negli ultimi 10 anni, segnando un +50%.
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Ecco quali sono le dodici sostanze il cui utilizzo andrebbe vietato subito all’interno del settore agricolo, ma che ancora sono presenti sui campi coltivati (anche nel nostro Paese):
- 8-idrossichinolina: utilizzato come fungicida, ha conseguenze dannose per il sistema riproduttivo umano
- Tebuconazole: fungicida altamente tossico, che si accumula in natura e non viene facilmente degradato nell’ambiente
- Chlorotoluron: si tratta di un erbicida, a cui molti studi hanno attribuito l’aggravante di essere interferente endocrino
- Dimoxystrobin: anche questo è un fungicida considerato un pericoloso interferente endocrino
- Esfenvalerate: insetticida altamente tossico
- Ipconazole: fungicida, la sua tossicità per il nostro sistema riproduttivo è stata dimostrata da diverse pubblicazioni scientifiche
- Lambda-Cyhalothrin: insetticida
- Cypermethrin: insetticida potenzialmente cancerogeno
- Pendimethalin: erbicida molto tossico che si accumula nel terreno
- Pirimicarb: insetticida tossico
- Propyzamide: erbicida
- Ziram: sostanza tossica bio-accumulante utilizzata come fungicida.
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Fonti: Pan-Europe
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