L’eccezionale ondata di caldo che ha investito la Spagna nelle scorse settimane ha esacerbato una siccità già dilagante. Per questo, secondo la principale associazione degli agricoltori, la crisi idrica sta colpendo ora il 60% delle campagne della Spagna, causando perdite irreversibili, con alcune regioni che hanno completamente perso la produzione di grano e orzo per quest’anno
Un cane che si morde irrimediabilmente la coda, se si pensa che serve acqua per le coltivazioni e che si tenta di recuperarla in qualsiasi modo sia possibile, generando un processo infinito. Anche illegale. È questo più o meno il senso di quanto sta accadendo in Spagna, dove 26 persone sono state arrestate per aver sfruttato pozzi illegali per coltivare frutta tropicale.
Siamo nel sud del Paese iberico e qui, durante un’indagine durata quattro anni, le autorità hanno scoperto più di 250 pozzi illegali, trivellazioni e stagni nella zona di Axarquia, in Andalusia, colpita dalla siccità dal 2021.
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Non tutti sanno che la Spagna è il più grande produttore europeo di frutta tropicale, che richiede proprio grandi volumi d’acqua, e ora i produttori stimano che la produzione di avocado diminuirà del 25% quest’anno a causa delle alte temperature e della siccità.
Tre anni di precipitazioni molto scarse e temperature elevate hanno infatti portato la Spagna ufficialmente in una situazione di siccità a lungo termine, come ha dichiarato il mese scorso l’agenzia meteorologica del Paese. Il 2022 è stato il sesto anni più secco dello Stato e il più caldo dall’inizio delle registrazioni nel 1961.
Il livello dell’acqua nei bacini idrici dell’Andalusia ha raggiunto il 30%. La capitale della regione, Siviglia, potrebbe subire restrizioni sull’acqua potabile entro l’estate se non pioverà a sufficienza.
Perché vengono arrestati i frutticoltori spagnoli e il disastro Doñana
I sospetti sono indagati per appropriazione indebita di acque pubbliche e presunto uso fraudolento di acqua per l’irrigazione di colture subtropicali come avocado e mango.
In Spagna, insomma, la mancanza di piogge ha messo sotto i riflettori la gestione dell’acqua, in particolare intorno alla Parco nazionale di Doñana, in Andalusia, un sistema di zone umide riconosciuto patrimonio dell’umanità Unesco, dove addirittura il Parlamento andaluso, ha approvato una legge che prevede l’amnistia per le attività agricole illegali che stanno prosciugando proprio il Doñana.
Il provvedimento, oltre a legalizzare ex post le attività che si sono insediate illegalmente (soprattutto coltivazioni di fragole), prevede anche di espandere in modo massiccio l’area entro la quale si può coltivare a ridosso di Doñana, col risultato che aumenterebbero i prelievi idrici per uso agricolo proprio.
Ecco, il cane che si morde la coda di cui sopra è esattamente questo. Una gravissima situazione alla quale anche l’Italia rischia di accostarsi di molto.
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Fonte: Guardia Civil
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